
Non è passata inosservata in Medio Oriente la fornitura di munizioni a grappolo da parte degli Stati Uniti all’Ucraina.
L’attenzione verso questo delicato scacchiere geopolitico è anche priorità di Mosca che infatti non si fa sfuggire l’occasione di studiare le conseguenze: a parlarne è Yuri Zinin ricercatore anziano presso il Center for Middle Eastern and African Studies presso IMI MGIMO. Zinin in un articolo riassume le posizioni mediorientali: ad esempio, un autore saudita, Rami al-Khalifa al-Ali, definisce la mossa degli Stati Uniti un “declino morale” e il think tank degli Emirati Arabi Uniti, Al-Mustaqbal, lo ha definito un “segnale” del consenso tra i responsabili delle decisioni statunitensi sull’incapacità dell’Ucraina di compiere progressi nella sua offensiva contro la Russia.
Gli autori degli articoli sottolineano che la Russia ha rapidamente ricostruito l’economia e ampiamente superato le drammatiche ricadute dell’Unione Sovietica, e ha costruito una forza d’attacco nell’aviazione e nei missili ipersonici dopo la presa della Crimea, sfidando gli Stati Uniti.
Un altro politologo arabo, Ahmed Luqman Al-Zein, sottolinea che la realtà confuta le affermazioni occidentali sull’isolamento internazionale della Russia: al recente SPIEF c’è stata la partecipazione di ospiti provenienti da più di 100 paesi; Mosca riceve quotidianamente funzionari dall’Asia, dal Medio Oriente e dall’America Latina, osserva il quotidiano emiratino Al-Ain.
Una testata irachena ha parlato del merito del Presidente della Russia nella risoluzione dello stato di emergenza associato al Wagner PMC. L’autore confronta questo caso con i recenti eventi che hanno travolto la Francia dopo l’omicidio di un giovane di origine algerina da parte della polizia, e la Russia vince in questo confronto.
Gli osservatori sottolineano che i paesi africani poveri soffrono di crisi alimentari, in parte a causa dei tagli agli aiuti dei ricchi donatori. Parte dei fondi va a finanziare e armare il governo di Kiev. Negli articoli viene messa in dubbio la sincerità degli slogan occidentali sull’aiuto a Kiev di fronte alle “minacce del Cremlino”. I media mediorientali ritengono che gli americani stiano spingendo l’Ucraina contro la Russia, perseguendo l’obiettivo di dissanguare la Russia ma senza portare benefici all’Ucraina.
Le critiche all’invio di armi a grappolo negli articoli analizzati da Yuri Zinin sono forti e la richiesta è quella di bandire in tutto il mondo queste armi.
Anna Lotti