La piccola e remota isola mauriziana di Agalega Nord, situata nell’Oceano Indiano sud-occidentale, 700 miglia a nord di Mauritius, è attualmente un alveare di attività di costruzione. L’India ha cercato di accedere alle isole nel 2015 per svilupparle come un punto di sosta aerea e navale per la sorveglianza dell’Oceano Indiano sud-occidentale; un’azione che ricorda molto da vicino quanto fatto da altre nazioni, come la base congiunta Usa-Uk a Diego Garcia.
Le immagini satellitari mostrano che importanti sviluppi del campo d’aviazione e del porto sono ben avviati, per un valore di circa 87 milioni di dollari. Si vede una nuova pista di 3000 metri, in grado di ospitare il nuovo aereo da pattugliamento marittimo Boeing P-8I della Marina indiana, e un notevole piazzale che mette in ombra il campo d’aviazione esistente al centro dell’isola.
L’India considera la nuova base essenziale per facilitare il pattugliamento marittimo sia aereo che di superficie nel sud-ovest dell’Oceano Indiano, e come avamposto di intelligence. Queste recenti immagini satellitari indicano ora le dimensioni e le capacità di questa nuova struttura. Il progetto prevede un nuovo aeroporto, un porto e strutture logistiche e di comunicazione e «qualsiasi altra struttura relativa al progetto», riporta Maritime Executive. Finora, i dettagli del progetto sono stati tenuti riservati sia dall’India che dalle Mauritius.
Le immagini mostrano quelle che sembrano caserme e campi di addestramento situati vicino all’estremità nord della pista. Queste immagini non mostrano facilmente le prove di strutture di stoccaggio del carburante, o le installazioni di comunicazione e di intelligence, come antenne. Tali attrezzature e strutture potrebbero essere visibili nelle immagini future.
L’isola di Agalega Nord è lunga circa 11 km miglia e larga un km e mezzo, con una popolazione totale di meno di 300 persone. Fino a poco tempo fa, era praticamente tagliata fuori dal mondo, con un molo rudimentale e un piccolo campo d’aviazione adatto a malapena a un aereo leggero. L’isola è una ex piantagione di schiavi, e il nome della sua città principale di Vingt Cinq (venticinque in francese) si pensa si riferisca al numero di frustate che gli schiavi ricevevano come punizione.
Anche il molo e le strutture portuali che l’India sta costruendo sono degni di nota. Si sta costruendo un porto all’estremità nord dell’isola, che ora include alloggi per 430 lavoratori indiani e si presume che questi edifici saranno mantenuti e riutilizzati una volta terminata la costruzione. Le immagini mostrano il molo originale con il considerevole sviluppo del porto con due moli più lunghi, che si estende più vicino alle acque profonde.
Il ministero degli Affari Esteri indiano ha dichiarato che l’accordo con le Mauritius, siglato nel 2015, avrebbe «fatto molto per migliorare le condizioni degli abitanti di questa isola remota», permettendo anche le operazioni delle forze di difesa mauriziane. L’India aveva anche sperato in un accordo simile alle Seychelles.
Lo sviluppo dell’isola è la realizzazione della visione di Modi per l’Oceano Indiano, “Sicurezza e crescita per tutti nella regione”, Sagar, con cui Nuova Delhi mira a lavorare insieme ai governi regionali dell’Oceano Indiano.
Ma ancora più importante, questa struttura a Mauritius fornirà un importante punto di sosta per la nuova flotta P8I dell’India, che ha recentemente condotto il suo primo pattugliamento congiunto con la Francia dalla vicina Réunion. Questo è stato seguito dalla firma di un accordo con il Giappone che fornisce all’India l’accesso alle strutture navali a Gibuti. Agalega faciliterà anche il pattugliamento marittimo sul Canale del Mozambico – ora un passaggio usato dalle grandi navi commerciali, in particolare le petroliere. Il punto di sosta permetterà anche alla Marina indiana di osservare le rotte di navigazione intorno all’Africa meridionale, che ora rappresentano una parte significativa delle importazioni di energia della Cina.
L’isola fornirà presumibilmente anche una posizione utile per le comunicazioni e le strutture di intelligence elettronica.
Antonio Albanese