MAROCCO. Il gigante tessile cinese “Sunrise” investirà 422,2 milioni di dollari

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Il gigante tessile cinese Sunrise ha annunciato l’intenzione di investire 422,2 milioni di dollari in Marocco.

L’annuncio è stato dato durante un incontro tra Lei Xu, presidente del gruppo Sunrise, e il capo del governo marocchino, Aziz Akhannouch nei giorni scorsi a Pechino dove ha rappresentato il Re Mohammed VI al vertice del Forum di cooperazione Cina-Africa, Focac

Durante l’incontro, il Capo del Governo marocchino ha espresso il suo sostegno ai progetti di investimento della società cinese, che dovrebbe creare 11.000 posti di lavoro diretti entro tre anni in diverse province e regioni del Marocco.

L’agenzia di stampa marocchina MAP ha riferito che l’investimento “rivitalizzerà il settore tessile nazionale, che è pienamente integrato nelle catene del valore globali, e contribuirà alla strategia del governo di dare priorità alla creazione di posti di lavoro”. Il governo marocchino sottolinea da tempo l’importanza del settore tessile come uno dei principali contributori all’economia del paese.

Nel 2022, il governatore della banca centrale del Marocco, Bank Al Maghrib, aveva affermato che l’industria tessile marocchina rappresenta il 32,3% della produzione nazionale, rispetto a una media globale del 25,6% tra il 2000 e il 2019.

Quest’anno, uno studio dell’associazione francese Evalliance ha affermato che il Marocco ha il terzo salario minimo più alto tra i fornitori di abbigliamento dell’Ue, riporta Morocco World News.

A 307 dollari al mese, il paese nordafricano supera quelli di Bangladesh, Pakistan e Myanmar con un margine significativo e si attesta al 50% in più rispetto alla Tunisia. Ciò si traduce in vantaggi tangibili per i lavoratori tessili marocchini, rafforzando il loro potere d’acquisto e contribuendo a migliorare gli standard di vita.

Tuttavia, il salario più alto presenta anche potenziali sfide per le aziende. I costi del lavoro, sebbene siano solo un elemento delle spese di produzione, svolgono un ruolo cruciale nella competitività complessiva. Rispetto ai colleghi con salari più bassi, i produttori marocchini, come notato nello studio Evalliance, potrebbero subire pressioni per ridurre i margini di profitto o adattare le strategie di prezzo per rimanere competitivi sul mercato internazionale.

Lo studio francese sottolinea l’importanza di considerare fattori economici più ampi oltre ai confronti salariali. Il PIL del Marocco di circa 140 miliardi di dollari nel 2023, secondo lo studio, indica un’economia dinamica in cui salari più alti fanno parte di un quadro più ampio. Inoltre, le valutazioni valutarie svolgono un ruolo, con il forte dirham sostenuto da un paniere dominato dall’euro che offre un certo vantaggio relativo.

Nonostante questi fattori attenuanti, lo studio sottolinea la necessità per l’industria tessile marocchina di adattarsi ed evolversi. Spostarsi lungo la catena del valore verso il segmento di mercato di fascia medio-alta, come suggerito dallo studio, presenta una strategia promettente.

Redazione

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