Salva la Fossa di Pomo

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ITALIA – Roma 28/09/2015. Dopo il fermo biologico del 2015, si è riaperta il 28 settembre la pesca a strascico per i pescherecci iscritti nei compartimenti marittimi italiani nella costa tra Pesaro e Bari.

Rispetto agli anni precedenti però c’è un’importante novità per gli stock di merluzzo e di scampi dell’Adriatico centrale, decimati da decenni di pesca eccessiva. Nell’area della Fossa di Pomo, rirpota Greenpeace, in parte situata anche in acque internazionali, i governi di Italia e Croazia hanno infatti adottato delle misure aggiuntive per impedire la pesca a strascico e preservare un’area importante per la sua biodiversità marina e per la ricostituzione degli stock. La pesca a strascico, particolarmente distruttiva per gli ecosistemi dei fondali marini, è vietata in quest’area dal 1998, quando parte della Fossa di Pomo venne designata come Zona di Tutela Biologica. Da allora, la mancanza di regolamenti attuativi e la difficoltà di far applicare lo stesso divieto anche alla flotta croata, hanno di fatto vanificato la norma, consentendo che le attività illegali di pesca a strascico continuassero indisturbate. Secondo le valutazioni della Commissione europea, gli stock del Mediterraneo sono i più soggetti alla pesca eccessiva di tutta l’Ue. Nell’Adriatico centro-settentrionale, una delle zone più importanti per il settore della pesca nazionale, lo sforzo di pesca sugli stock di nasello è più che triplo rispetto alla soglia di sostenibilità. Per rientrare entro il 2020 nei parametri richiesti dalla Politica comune della pesca europea, occorrerebbe una riduzione dello sforzo di pesca di oltre il 70 per cento rispetto ai valori attuali. L’istituzione di Zone di Tutela Biologiche, ovvero di aree chiuse alle attività di pesca più impattanti, costituisce uno strumento fondamentale per tutelare e recuperare gli ecosistemi marini, anche in acque internazionali dove fino ad oggi sono mancate serie iniziative di tutela e conservazione.
L’auspicio delle associazioni ambientaliste è che anche il settore della pesca si renda finalmente conto della necessità di ripopolare il mare, e allo stesso tempo interrompa la difesa di un modus operandi che sta svuotando i nostri mari, a causa di una visione miope, finalizzata solo al profitto a breve o brevissimo termine.