L’interruzione della rotta commerciale chiave del Canale di Suez che collega l’Europa e il Nord America con l’Asia, minaccia di peggiorare l’impennata globale dell’inflazione mentre gli esportatori cercano alternative che potrebbero rivelarsi molto più lunghe e costose.
Dal noleggio di aerei cargo all’abbinamento del trasporto marittimo e terrestre, gli esportatori stanno facendo piani disperati per garantire che giocattoli, abbigliamento, tè e ricambi per auto raggiungano i rivenditori.
Circa 35.000 navi navigano ogni anno attraverso la regione del Mar Rosso, spostando merci tra Europa, Medio Oriente e Asia, rappresentando circa il 10% del Pil globale, riporta AF.
I rivenditori statunitensi, tra cui Walmart, Target, Macy’s e Nike, dipendono dal percorso per ottenere beni che vanno dalle lenzuola di cotone e spazzolini da denti elettrici dall’India alle calzature dalla Cina e dallo Sri Lanka.
Ma gli attacchi alle navi nel Mar Rosso da parte dei militanti Houthi sostenuti dall’Iran per dimostrare sostegno ad Hamas durante la guerra di Israele a Gaza hanno interrotto in modo massiccio le catene di approvvigionamento delle merci.
I costi di spedizione dei container sono aumentati, più che triplicati in alcuni casi, poiché le aziende cercano di spostare le merci attraverso altre rotte oceaniche, spesso più lunghe.
Gli addetti ai lavori del settore marittimo e logistico si stanno preparando ad almeno 90 giorni di interruzioni nel Mar Rosso; alcune aziende stanno già cercando di passare al cosiddetto trasporto intermodale; evenienza che può comportare due o più modalità di trasporto.
Si sta registrando un aumento della domanda di rotte combinate aeree e marittime per beni di consumo come abbigliamento, articoli elettronici e tecnologici: ciò potrebbe, ad esempio, significare che le merci vengano prima trasportate via mare fino al porto di Dubai, dove verranno poi caricate sugli aerei per evitare la zona pericolosa nel Mar Rosso e il lungo viaggio intorno alla punta meridionale dell’Africa, riporta Reuters.
Anche se le aziende che spostano articoli urgenti o critici potrebbero scegliere di utilizzare il trasporto aereo, i costi implicano che non si tratta di una soluzione globale: lo spostamento delle merci via aerea costa da 5 a 15 volte di più che via mare, dove le tariffe di spedizione dei container sono ancora basse rispetto agli standard storici.
Se il tempo necessario per portare le merci sugli scaffali raddoppia, più spedizionieri passeranno al trasporto aereo, soprattutto per beni di alto valore come abiti firmati ed elettronica di fascia alta; nel frattempo, i grandi armatori di navi portacontainer hanno già iniziato ad aggiungere tasse, compresi supplementi di emergenza, per le merci colpite dalle interruzioni nel Mar Rosso.
Lo scenario della logistica globale è in peggioramento anche a causa della siccità nel Canale di Panama. Il Canale di Panama è alle prese con una grave siccità e ha ridotto drasticamente il numero di passaggi navali consentiti.
Inoltre, è in atto una corsa per ottenere le merci in transito prima della chiusura delle fabbriche per il Capodanno cinese, prevista dal 10 al 17 febbraio, che può interrompere le forniture per un mese o più.
Se si verificassero interruzioni prolungate, il settore dei beni di consumo che rifornisce i principali rivenditori al dettaglio del mondo dovrà affrontare l’impatto maggiore, ha affermato S&P Global .
Maddalena Ingroia