MAR CINESE MERIDIONALE. Vietnam ultimo antagonista  di Pechino

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Il confronto navale di Hanoi con la Cina su una barriera corallina ricca di gas dura da parecchi mesi e il Vietnam è ora probabilmente l’ultimo antagonista alla volontà di Pechino di controllare il Mar Cinese Meridionale. Gran parte del Sud-est asiatico, tra cui Filippine, Malesia, l’Asean, hanno trovato una posizione più conciliante verso Pechino e le sue mire.

Al contrario, il Vietnam ha criticato apertamente e frequentemente la militarizzazione dell’area fatta dalla Cina, riducendo la sua dipendenza economica da Pechino attraverso l’espansione delle relazioni commerciali con l’Occidente, in generale e recentemente con l’Unione Europea. Hanoi ha sollecitato il sostegno di Stati Uniti e Russia per bloccare le intrusioni cinesi nelle acque ricche di risorse energetiche all’interno della sua zona economica esclusiva, Zee.

Asia Times riporta che un gruppo di esperti vietnamiti ha suggerito questa settimana che il Vietnam dovrebbe citare in giudizio la Cina per aver violato la sua sovranità ai sensi del diritto internazionale all’Aia, una mossa che alzerebbe il confronto diplomatico sulla Vanguard Bank e su altre aree contestate. L’Istituto vietnamita per la ricerca sulla politica, il diritto e lo sviluppo ha tenuto un forum pubblico ad Hanoi il 5 ottobre, in cui ha apertamente criticato le azioni della Cina nella Vanguard Bank e ha raccomandato un’azione legale per «identificare chi ha ragione e chi ha torto in questa materia». Le Filippine hanno vinto una causa simile contro la Cina alla Corte permanente di arbitrato dell’Aia nel luglio 2016, una sentenza che ha annullato le ampie richieste della Cina ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, Unclos.

Il Vietnam ha accolto con favore l’aiuto degli Stati Uniti, anche attraverso una maggiore presenza navale americana nella zona. Hanoi è rimasta scossa dalla notizia che la Cina si è assicurata l’accesso esclusivo per 30 anni ad una base navale nella vicina Cambogia, aprendo un nuovo fronte nella contesa marittima con il Vietnam.

L’amministrazione Donald Trump ha, da un lato, criticato le azioni di Pechino contro i piccoli stati richiedenti, mentre gli Stati Uniti hanno approfondito i legami con il Vietnam, un rapporto che potrebbe approfondirsi se, come previsto, il capo del Partito Comunista Nguyen Phu Trong visiterà Washington, riporta Radio Free Asia.  

Hanoi ha bisogno di tutto l’aiuto navale che può ottenere, anche presso la Vanguard Bank, al margine occidentale delle isole Spratly nella Zee vietnamita. Hanoi ha cercato di sviluppare risorse energetiche nell’area, che è vicina agli altri giacimenti di idrocarburi offshore del Vietnam. La Cina sostiene che l’area e le acque circostanti fanno parte della sua area dai “nove tratti”, che comprende circa il 90% del mare.

Pechino ha ora la capacità di rifornire costantemente la sua flotta, dopo anni di militarizzazione del mare. Oltre alla marina militare, la Cina ha in mare ben 54 navi da ricerca oceanica e migliaia di navi della guardia costiera. Nell’ambito della cosiddetta strategia “People’s War at Sea”, la Cina impiega queste navi in operazioni di supporto reciproco.

A fronte di ciò, il Vietnam ha adottato una risposta triplice alla Cina: in primo luogo, ha adottato una diplomazia attiva, cercando il sostegno degli organismi regionali e internazionali, oltre a incoraggiare la condanna globale delle minacce reali e percepite della Cina alla libertà di navigazione e di sorvolo del Mar Cinese Meridionale; in secondo luogo, il Vietnam ha approfondito i suoi partenariati strategici con le potenze regionali, tra cui gli Stati Uniti, la Russia, l’India e il Giappone, che hanno tutti contribuito a migliorare le sue capacità di sicurezza marittima e di sensibilizzazione del settore.

In terzo luogo, il Vietnam ha cercato attivamente di ridurre la sua dipendenza economica dalla Cina, attualmente il suo principale partner commerciale. Finora, il Vietnam è stato il principale beneficiario della guerra commerciale Usa-Cina, in quanto le imprese occidentali, giapponesi, sudcoreane e taiwanesi si trasferiscono dalla Cina nelle Zone economiche speciali vietnamite.

L’adesione del Vietnam all’accordo di libero scambio TPP-11 recentemente attivato e a un nuovo accordo di libero scambio con l’Unione europea rafforzerà ulteriormente la diversificazione del commercio edilizio vietnamita.

Lucia Giannini