MAR CINESE MERIDIONALE. Sale ancora la tensione: gli USA schierano 2 portaerei

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La Marina degli Stati Uniti sta dispiegando le sue due portaerei a propulsione nucleare, Usa Nimitz e Usa Ronald Reagan, per condurre esercitazioni nel Mar Cinese Meridionale, per fare pressioni sulle ambizioni di Pechino.

Come riporta l’Hindustan Times, le portaerei statunitensi avrebbero attraversato lo Stretto di Luzon, lo stretto tra Taiwan e l’isola di Luzon, nelle Filippine, che collega il Mar delle Filippine al Mar Cinese Meridionale. Il dispiegamento statunitense avviene dopo che la Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione di Pechino ha condotto esercitazioni militari nelle acque oggetto di contese, provocando una brusca reazione da parte degli Stati confinanti e di Washington. La marina statunitense ha detto che le sue operazioni nel Mar Cinese Meridionale sono state progettate per «mantenere l’Indo-Pacifico libero e aperto».

«Lo scopo è quello di mostrare un segnale inequivocabile ai nostri partner e alleati che siamo impegnati per la sicurezza e la stabilità regionale», ha dichiarato il contrammiraglio George M. Wikoff, comandante del gruppo d’assalto guidato dalla USS Ronald Reagan, ripreso dal Wall Street Journal.

La Cina rivendica il 90% del Mar Cinese Meridionale, attraverso il quale passano ogni anno circa 3 trilioni di dollari di scambi commerciali. Nell’ultimo decennio, Pechino ha costruito e fortificato isole artificiali, allestendovici installazioni militari, compresi campi d’aviazione militari e stazioni di ascolto per l’intelligence.

Anche il Brunei, la Malesia, le Filippine, Taiwan e il Vietnam rivendicano parti del Mar Cinese Meridionale, dando vita a molte delle 21 controversie in cui è coinvolta Pechino. Le esercitazioni militari della Cina nelle acque contese sono state aspramente criticate dai suoi vicini. La settimana scorsa le Filippine e il Vietnam avevano parlato di crescente insicurezza nel sud-est asiatico in occasione di un evento dell’Asean, ritenendo che la Cina stia usando la copertura della pandemia di coronavirus per aumentare la sua presenza nelle acque contese.

La marina cinese del PLA aveva iniziato le esercitazioni militari di cinque giorni il 1° luglio, spingendo il Vietnam a presentare la sua protesta formale al ministero degli Esteri cinese. Le esercitazioni della Cina si stanno svolgendo vicino alle isole Paracel, rivendicate dal Vietnam e dalle Filippine.

Nella loro dichiarazione più forte, le Filippine hanno affermato che le esercitazioni si stanno svolgendo in acque rivendicate dal Vietnam: «Se le esercitazioni dovessero estendersi al territorio filippino, allora la Cina è avvertita che sarà accolta con la più dura risposta, diplomatica e quant’altro sia appropriato», si legge in una dichiarazione del ministero degli Esteri filippino, ripresa da Ap. Le Filippine hanno un patto di cooperazione per la difesa con gli Stati Uniti.

Le esercitazioni navali statunitensi arrivano un giorno dopo che il segretario di Stato Mike Pompeo ha espresso la sua solidarietà ai paesi coinvolti nella vicenda: «L’esercitazione militare della Repubblica Popolare Cinese nelle acque controverse del Mar Cinese Meridionale è altamente provocatoria. Ci opponiamo alle rivendicazioni illegali di Pechino. Punto», ha twittato Pompeo il 3 luglio.

Il Giappone di Shinzo Abe, che fino a qualche mese fa aveva cercato di migliorare i legami con la Cina, intende annullare la visita di Stato di Xi Jinping, prevista a aprile e rinviata a causa della pandemia da coronavirus. Il Giappone ha aumentato il suo dispiegamento intorno alle sue isole Senkaku al centro di un’altra contesa con la Cina. Dall’aprile di quest’anno, il Giappone ha avvistato 67 navi della Guardia Costiera cinese vicino alle isole del Mar Cinese Orientale. Le 8 isole e rocce disabitate nel Mar Cinese Orientale controllate dal Giappone hanno una superficie totale di circa 7 kmq e si trovano a nord-est di Taiwan e a est della Cina continentale, ma sono importanti perché sono vicine a importanti rotte di navigazione e si trovano vicino a potenziali riserve di petrolio e gas.

Luigi Medici