MAR CINESE MERIDIONALE. Pechino si prepara ad una nuova causa contro il Vietnam

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La questione del Mar Cinese Meridionale potrebbe essere ancora più complessa se venisse aperta una nuova causa di fronte al Tribunale dell’Aja. Il piano di Pechino per i prossimi cinque anni include, infatti, una richiesta di mitigare i rischi e prepararsi per le battaglie legali sulle sue dispute marittime, che riflettono le crescenti preoccupazioni sul Mar Cinese Meridionale.

Il piano, riporta Abs-Cbn, chiede anche che la Cina elabori una legge marittima di base, un compito portato avanti dal precedente quinquennio: «Dobbiamo studiare le circostanze attuali, mitigare i rischi e le contese legali, dice il piano al 2025 per «difendere risolutamente gli interessi marittimi nazionali». È il primo piano quinquennale di Pechino da quando ha rifiutato di prendere parte a una sfida legale del 2016 intentata da Manila sul Mar Cinese Meridionale. Il tribunale dell’Aia ha respinto le pretese espansive di Pechino nella regione, dicendo che non avevano alcuna base giuridica, ma la Cina ha rifiutato di accettare la sentenza e l’ha definita “una farsa”.

«La Cina non vuole vedere un altro caso legale, ma è probabile che ce ne sia uno, quindi penso che i preparativi siano in corso (…) Se il Vietnam inizia l’arbitrato, ora c’è una maggiore possibilità che la Cina partecipi effettivamente», riporta la Abs-Cbn. Le rivendicazioni territoriali di Pechino su quasi tutto il Mar Cinese Meridionale si sovrappongono a quelle di Vietnam, Filippine, Malesia, Brunei e Taiwan. Il Vietnam è diventato il più critico sulle rivendicazioni della Cina e i media hanno suggerito che Hanoi sta considerando di intraprendere un’azione legale contro Pechino.

I due paesi si sono impegnati a risolvere la loro disputa pacificamente, ma le tensioni sono esplose: a febbraio il Centre for Strategic and International Studies di Asia Maritime Transparency Initiative ha detto che il Vietnam ha costruito le sue difese nelle isole Spratly per «assicurarsi di poter colpire le strutture cinesi».

Sottolineare l’importanza del diritto marittimo non è una novità per Pechino «ma discuterne in un documento di così alto livello dice molto sulla crescente convinzione della Cina sulla necessità di usare il diritto internazionale», prosegue il giornale.

La Cina vuole avere una propria legge marittima di base dopo che due potenze regionali con cui ha dispute marittime lo hanno fatto: il Giappone nel 2007 e il Vietnam nel 2012.

Questa legge verrebbe dopo che la Cina ha approvato una nuova legge sulla guardia costiera a gennaio che permette alle sue navi della guardia costiera di sparare su navi straniere e demolire strutture costruite in acque contese che la Cina rivendica come proprie.

Graziella Giangiulio