Pechino ha da un lato allentato la pressione sui suoi vicini del Sudest asiatico in vista dei colloqui sulla disputa del Mar Cinese Meridionale, e contemporaneamente li mette in guardia dal sostenere gli sforzi degli Stati Uniti nella regione.
Luo Zhaohui, vice ministro degli Esteri cinese per gli affari asiatici, ha detto che i negoziati con l’Associazione delle Nazioni del Sudest asiatico sul codice di condotta nell’area riprenderanno, dopo essere stati bloccati dalla pandemia.
I colloqui, iniziati nel 2002, si erano fermati per la richiesta di Pechino di escludere i “Paesi al di fuori della regione”, apparente riferimento agli Stati Uniti. Le nazioni Asean sono sempre più combattute tra le due perpotenze in lotta tra loro, con il rischio crescente di un confronto a tutto campo nella regione, riporta Scmp.
Luo, ex ambasciatore cinese a Nuova Delhi, ha detto che gli Stati Uniti sono la radice dei problemi nel Mar Cinese Meridionale: osservazioni dure che potrebbero essere controproducenti, dato che Pechino cerca di ottenere il sostegno dei suoi vicini, sia nei colloqui che nella sua rivalità con gli Stati Uniti, dato che non ha offerto nuovi modi per affrontare la situazione.
Luo ha preso di mira anche gli alleati e i partner di Washington nell’Indo-Pacifico, in particolare coloro che hanno espresso il loro sostegno alla posizione più forte del presidente americano Donald Trump su Pechino: «A parte la loro interferenza nel Mar Cinese Meridionale, gli Stati Uniti hanno istituito il Quad, una prima linea anti-Cina conosciuta anche come la mini Nato. Questo riflette la mentalità da guerra fredda degli Stati Uniti». Il Quad unisce Stati Uniti Giappone, Australia e India: «La Cina non crea problemi, ma noi non abbiamo paura dei problemi», ha poi detto. Il segretario di Stato americano Mike Pompeo l’anno scorso ha affermato che il Quad mirava a rimettere la Cina al suo “giusto posto”.
Le tensioni sono pericolosamente dopo che Pompeo, a luglio, ha respinto le richieste della Cina sul Mar Cinese Meridionale definendole «completamente illegali», dando sostegno a Vietnam, Filippine, Brunei, Malesia e Taiwan. Nelle ultime settimane, Pechino si è affrettata a contrastare gli sforzi di Washington e a consolidare i legami con i principali Paesi dell’Asia e dell’Europa, nel timore di una nuova guerra fredda tra le due maggiori economie mondiali. «Né Cina né Asean vogliono trasformare il mare in un’arena per il potere. Non vogliamo che diventi uno strumento di competizione geopolitica», ha detto Luo.
Graziella Giangiulio