MAR CINESE MERIDIONALE. Aumenta il rischio di uno scontro a fuoco accidentale

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La diplomazia cinese ha invitato gli Stati Uniti a non mostrare la loro potenza sul Mar Cinese Meridionale, mentre si avverte il rischio di un possibile incidente a fuoco tra le due potenze. Parlando a un forum sul Mar Cinese Meridionale a Sanya, nella provincia meridionale dell’isola cinese di Hainan, il 9 novembre in collegamento video, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha accusato un paese non specificato di voler mostrare il suo potere e il suo dominio marittimo nell’area: «Dobbiamo aderire al multilateralismo e mantenere insieme l’ordine marittimo. L’oceano non è un gioco a somma zero di competizione, e nessuno dovrebbe usare l’oceano come strumento per imporre un potere unilaterale», ha detto Wang.

«Ci opponiamo al fatto che alcuni paesi, allo scopo di salvaguardare l’egemonia marittima, ostentino le loro forze e formino cricche in mare, e continuino a violare i legittimi e leciti diritti e interessi di altri paesi», ha aggiunto Wang, ripreso da Scmp.

La Cina e gli Stati Uniti hanno intensificato la loro presenza militare nelle acque contese, con rischi crescenti di uno scontro accidentale. Le preoccupazioni si sono intensificate quando gli Stati Uniti si sono uniti ai loro alleati, tra cui Gran Bretagna e Francia, per inviare navi militari nel Mar Cinese Meridionale, e la diplomazia ha avvertito che le conseguenze sarebbero più gravi se ci fosse uno scontro tra sottomarini nucleari.

Il mese scorso, il gruppo di attacco della Uss Carl Vinson e la portaerei britannica Hms Queen Elizabeth hanno condotto una serie di esercitazioni nel Mar Cinese Meridionale; era la nona visita della Uss Carl Vinson nella zona quest’anno.

Il Mar Cinese Meridionale è conteso tra Cina, Filippine, Vietnam, Malesia, Brunei e Taiwan. Gli Stati Uniti non lo rivendicano, ma accusano Pechino di alimentare le tensioni militari e di limitare la libertà di navigazione, e hanno detto che la loro presenza è necessaria per fornire supporto alla sicurezza dei loro alleati asiatici.

Gloria Macapagal Arroyo, ex presidente delle Filippine, ha detto che le tensioni e i problemi nel Mar Cinese Meridionale stanno ponendo “gravi minacce” alla stabilità, e le nazioni del sud-est asiatico sono seriamente preoccupate: «Immaginate cosa farebbe uno scambio di fuoco tra navi da guerra dell’Esercito Popolare di Liberazione e la Settima Flotta degli Stati Uniti ai mercati azionari, valutari e delle materie prime in tutto il mondo (…) Il mondo spera che un tale evento sgradito rimanga pura immaginazione. Ma ci sono ragioni per preoccuparsi. Per la prima volta da anni, se non mai, gruppi di portaerei della Cina e dell’America si sono schierati nel Mar Cinese Meridionale nello stesso momento; lo stesso hanno fatto le navi da guerra francesi e britanniche. All’inizio di quest’anno, la presenza di centinaia di navi cinesi vicino a Whitsun Reef ha portato a proteste diplomatiche filippine e allo scambio di parole poco amichevoli tra Manila e Pechino».

Arroyo ha detto che le dispute nel Mar Cinese Meridionale erano state gestite in precedenza con l’espansione dei legami economici e diplomatici tra le nazioni coinvolte, e con un equilibrio di potere: «Ora, l’approccio dell’equilibrio di potere viene sempre più adottato con la crescente presenza di forze americane e alleate nel Mar Cinese Meridionale, che diventerà ancora più formidabile con l’Aukus, a cui il Pla potrebbe sentire il bisogno di rispondere», ha detto l’ex presidente filippino.

Graziella Giangiulio