Il primo Ministro polacco Donald Tusk ha chiesto una risposta europea unitaria alla Russia, inclusa l’istituzione di una missione di polizia navale per proteggere il Mar Baltico. Intervenendo a un summit dei leader nordici e baltici ad Harpsund, in Svezia, il 27 novembre, Tusk ha affermato che l’Europa aveva bisogno di forza collettiva e cooperazione per contrastare le minacce provenienti da Mosca.
La proposta di un’iniziativa di polizia del Mar Baltico arriva in un momento di crescenti preoccupazioni sulla sicurezza marittima a seguito di incidenti come il recente taglio dei cavi di comunicazione sottomarini che collegano la Finlandia alla Germania e la Svezia alla Lituania, riporta BneIntellinews.
A quanto sarebbe emerso la causa del danno sarebbe stata una nave portarinfuse battente bandiera cinese, la Yi Peng 3, salpata dalla Russia. È passata vicino ai due cavi e la sua ancora è apparentemente danneggiata, sollevando il sospetto che l’abbia trascinata sul fondale marino, in modo simile alla nave cinese Newnew Polar Bear l’anno scorso, che ha danneggiato un gasdotto tra la Finlandia e l’Estonia.
Nei giorni scorsi, il primo Ministro svedese Ulf Kristersson ha chiesto alla Cina di ordinare alla Yi Peng 3 di rientrare in acque svedesi per agevolare le indagini. Stando al Financial Times: “Siamo estremamente attenti a non trarre conclusioni affrettate, a non accusare nessuno di nulla che non sia ben fondato. D’altra parte, lo prendiamo molto, molto seriamente. Non diamo per scontato che sia stato solo un incidente… Questa non è la prima volta”, ha detto Kristersson.
La Russia ha affermato che i suggerimenti sul suo coinvolgimento negli incidenti erano “ridicoli”. Questa è la seconda volta in poco più di un anno che una nave cinese è stata sospettata di aver deliberatamente sabotato i cavi sottomarini.
“Non c’è alcun collegamento diretto tra l’iniziativa di polizia e i recenti eventi in mare, ma credo che sarà meglio per tutti noi se manterremo il pieno controllo sulle nostre acque territoriali”, ha affermato Tusk a Stoccolma, affiancato da pari di Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Lituania, Lettonia ed Estonia.
Il Mar Baltico è delimitato da nove nazioni della NATO e dalla Russia, che ha due flotte navali nella regione, a San Pietroburgo e Kaliningrad.
È stata la prima volta che un leader polacco ha partecipato al vertice nordico e baltico. La Polonia sta guardando sempre più a nord, verso i suoi alleati nordici e baltici della NATO, in seguito allo terremoto politico nell’Europa centrale che avrebbe spostato l’asse verso Mosca. Gli stati nordici e baltici condividono la posizione assertiva della Polonia nei confronti di Vladimir Putin e stanno anche aumentando le loro spese militari e cooperando più intensamente per difendere il teatro del Mar Baltico.
L’incontro di Stoccolma si è anche concentrato sul fornire un supporto continuo all’Ucraina mentre resiste all’invasione su vasta scala della Russia: ”Nei prossimi mesi intensificheremo il nostro supporto [all’Ucraina], anche all’industria della difesa ucraina, e investiremo per rendere disponibili all’Ucraina più munizioni”, ha affermato una dichiarazione dei partecipanti al summit; ”Il coraggio e la resilienza dell’Ucraina saranno sostenuti da un forte e costante supporto da parte dei nostri paesi, per cui l’assistenza militare è parte integrante. Incoraggiamo gli altri a fare lo stesso”, si legge nella dichiarazione.
“Sono gli ucraini, che si oppongono alla Russia, a garantire la nostra sicurezza. Se l’Ucraina perde, perdiamo tutti”, ha affermato Tusk, mettendo in guardia contro qualsiasi accordo su un cessate il fuoco che potrebbe destabilizzare la regione, se firmato alle condizioni della Russia. Il futuro 47esimo presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha più volte detto di poter porre fine alla guerra in Ucraina in “24 ore”. Il Cremlino lo ha sempre smentito.
Anna Lotti
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