MACEDONIA DEL NORD. Insediamento del nuovo governo entro la fine della settimana

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Entro la fine di questa settimana è atteso l’insediamento del nuovo governo della Macedonia del Nord, guidato dal socialdemocratico Dimitar Kovacevski, Viceministro delle Finanze nella formazione uscente. Alla fine dello scorso dicembre, in seguito alle dimissioni di Zoran Zaev, il Premier è stato incaricato di formare il nuovo esecutivo dal Presidente Stevo Pendarovski.

Zaev ha ufficializzato le dimissioni da leader dell’Unione socialdemocratica della Macedonia del Nord e dall’incarico di Primo Ministro in seguito al forte calo di consensi che il principale partito al governo ha registrato alle elezioni amministrative locali dello scorso ottobre: anche nella capitale Skopje, il centrosinistra è stato sconfitto dal VMRO-DPMNE, la principale forza all’opposizione.

L’insediamento del nuovo governo avviene in una fase abbastanza delicata per la Macedonia del Nord, che insieme all’Albania sarebbe, tra gli altri paesi dei Balcani occidentali, il più vicino a un possibile ingresso in Unione europea. Anche se il Paese ha risolto la controversia con la Grecia sul nome grazie all’Accordo di Prespa del 2018, il principale ostacolo rimane il blocco della Bulgaria alla candidatura di Skopje.

L’Accordo di Prespa è stato raggiunto il 12 giugno 2018 tra la Grecia e la Repubblica di Macedonia, sotto l’egida delle Nazioni Unite, che risolve una controversia di lunga data sul nome di quest’ultima. Firmato accanto al lago Prespa da cui prende il nome, e ratificato dai parlamenti di entrambi i paesi il 25 gennaio 2019, è entrato in vigore il 12 febbraio 2019 quando i due paesi hanno notificato all’ONU il completamento dell’accordo, a seguito della ratifica del protocollo di adesione alla NATO per la Macedonia del Nord l’8 febbraio. Sostituisce l’accordo provvisorio del 1995 e vede il nome costituzionale del paese, poi Repubblica di Macedonia, cambiato in Repubblica di Macedonia del Nord.

Il cambio ai vertici del Paese coincide anche con l’inizio del semestre della Presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea per la Francia, il principale membro dell’Ue contrario all’ingresso dei Paesi di area balcanica: le presidenziali in Francia del prossimo aprile potrebbero portare delle novità anche in questo senso.

Alla fine di dicembre sono anche stati firmati nuovi accordi tra Serbia, Albania e Macedonia del Nord per Open Balkan, l’iniziativa di integrazione regionale ideata anche come processo parallelo a quello di adesione alle istituzioni comunitarie e da molti ridefinita “mini-Schengen”. Fin dall’avvio nel luglio 2021, il progetto ha conosciuto diversi ostacoli, tra cui l’instabilità interna dei tre paesi e le continue tensioni regionali.

Carlo Comensoli