Cina: scacco alla Regina

67

REGNO UNITO –  Londra. La Cina dopo aver comprato per decenni il debito pubblico USA cambia il suo portafoglio di investimenti, ieri, su questa testata abbiamo visto quanto Taiwan sia diventata una piazza importante per gli investitori cinesi, nonostante le restrizioni imposte da Pechino e oggi il China Daily pubblica una intervista a Zhou Xiaoming, ministro consigliere dell’ambasciata cinese nel Regno Unito, che ha sottolineato invece quanto la Cina sia interessata a investire in maniera «esplosiva» nella terra dii sua maestà: «Il Regno Unito è l’economia più aperta, e anche la più orientata al mercato» in Europa, ha dichiarato.

Da circa un biennio la Vecchia Europa aveva chiesto aiuto alle imprese cinesi chiedendogli di investire in alcuni Paesi dell’UE. Appello ascoltato tanto che nel 2011 gli yuan hanno fatto tappa in Lussemburgo, Francia e Regno Unito. Quest’ultimo Paese ha visto un contributo alla sua economia pari a 2,5 miliardi di dollari. Ma i cinesi che hanno fatto affari a Londra hanno portato nella City circa 6,5 miliardi di dollari USA. Che l’Europa in difficoltà economica si rivolgesse alla Cina era abbastanza scontato, dopo tutto, Pechino è l’economia che più lavora con la UE. I cittadini europei comprano molti prodotti fabbricati o “made in china” ed era dunque anche prevedibile che la Cina per non perdere il suo miglior cliente accorresse in aiuto.

Quello che stupisce di più, a prima vista, è l’interesse per il Regno Unito: un Paese in fondo, al di là delle bellezze naturali che ha dismesso fabbriche a partire dalla era Tatcher, non ha materie prime di rilievo, si trova ad affrontare il più grave problema di approvvigionamento energetico nella storia del Regno. Ma a uno sguardo più attento ci si accorge che Londra negli ultimi anni è la sede delle società a basso costo, dove le normative vigenti permettono una tassazione bassa, e, infine, è più facile reperire informazioni e acquisire aziende strategiche per l’economia del paese. Come ha asserito Zhou Xiaoming: «L’anno appena trascorso ha visto anche alcune fusioni ed acquisizioni».

Il colosso alimentare Bright Food con sede a Shanghai ha acquisito il 60% -debito incluso- della Weetabix Regno Unito, azienda produttrice di cereali. Da ora in poi dunque, distinguere il prodotto cinese da quello inglese sarà molto difficile, fondersi con colossi europei comporta che il prodotto cinese diventa automaticamente europeo, ma non garantisce l’automatismo nell’osservanza delle regole. E ancora la Cina Holdings Gas, dati di dicembre, ha acquisito la London-listed Fortune Oil’s per 400 milioni di dollari. La maggioranza del capitale cinese, ha continuato Zhou è stato investito nei settori dei servizi, energia, cibo e minerario. E i prossimi obiettivi saranno le grandi infrastrutture come l’Aeroporto di Heathrow per cui è prevista una partecipazione del 10 % da parte della China Investment Corp nell’attuale assetto societario.

Nel quadriennio 2011-2015, il Regno Unito ha bisogno di attrarre 325 miliardi dollari per il settore delle infrastrutture e la Cina ha intenzione di portare capitali a sostegno delle grandi opere. Londra inoltre è attrattiva per i suoi poli universitari che sfornano ancora i migliori professionisti sui mercati, investimenti dunque anche in poli tecnologici. La City inoltre è una capitale turistica che ospita i migliori marchi al mondo, essere presenti con il proprio brand significa avere una vetrina sul mondo e i cinesi lo hanno capito e quindi le imprese della moda cinesi hanno deciso di farne la loro vetrina per l’Europa come ha fatto Bosideng, marchio di lusso cinese. «Il Regno Unito è la terra di pensatori e i Produttori cinesi potrebbero imparare molto da queste menti», ha detto Zhou. Londra inoltre ha intenzione di intervenire con un nuovo pacchetto di di norme in materia di marchi e brevetti per attrarre investitori esteri.

Con queste prospettive alla mano è possibile che l’Inghilterra nel quarto quadrimestre del 2013 torni a crescere.

Dall’inizio del 2011, la Cina ha condotto 32 operazioni di fusione e acquisizioni in tutta Europa, del valore di circa 15 miliardi di dollari. Le offerte erano principalmente nei settori ad alta tecnologia. I cinesi lamentano che molte altre operazioni di fusioni sono state ostacolate da normative troppo restrittive.