LOGISTICA. Il corridoio IMEC e la guerra a Gaza 

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I piani per il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, IMEC, lanciato per la prima volta nel 2023, stanno prendendo forma poiché Stati Uniti e alleati cercano un’alternativa all’iniziativa infrastrutturale cinese Belt and Road, sebbene permangano ostacoli di finanziamento e geopolitici.

I due segmenti del progetto, che collegano l’India con la regione del Golfo Persico e il Golfo con l’Europa, daranno luogo a “un’integrazione trasformativa di Asia, Europa e Medio Oriente”, ha affermato Kirti Vardhan Singh, ministro di stato indiano per gli affari esteri, al parlamento del paese il 20 dicembre, riporta Nikkei.

L’India ha già dato il via alla “sistemazione” dei porti coinvolti nel progetto, nonostante lungo l’iter del corridoio si combatta ancora.

A dicembre 2024, il primo Ministro indiano Narendra Modi, aveva ribadito l’impegno dell’India a sostenere la pace, la stabilità e la sicurezza a lungo termine nell’Asia occidentale in un incontro con il vice primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah bin Zayed Al Nahyan, riporta il Deccan Herald

Modi aveva inoltre posto particolare enfasi sull’implementazione del Corridoio IMEC come iniziativa storica per promuovere la connettività e la prosperità regionale. 

L’IMEC prevede una vasta rete stradale, ferroviaria e marittima tra India, Arabia Saudita, Stati Uniti ed Europa con l’obiettivo di garantire l’integrazione tra Asia, Medio Oriente e Occidente. L’IMEC è stato ratificato a margine del vertice del G20 a settembre 2023 a Delhi: l’accordo è stato firmato da India, Arabia Saudita, Unione Europea, Emirati Arabi Uniti (EAU), Stati Uniti e alcuni altri partner del G20.

Un simile progetto ha che è logico i suoi oppositori. Lo scontro tra gli oppositori all’IMEC, Cina, Egitto, Russia, Turchia, Iraq, Pakistan, Iran, Siria e Qatar, e i suoi sostenitori, India, America, Israele, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Giordania, Grecia e Italia, potrebbe avere dei riflessi anche sullo sviluppo del nuovo conflitto che sta dilaniando il Medio Oriente.

Le operazioni di Hamas e la reazione di Israele sono state lette anche come ostacoli importanti alle nuove dinamiche in Medio Oriente, tra cui rientra anche l’IMEC.

Questo corridoio è principalmente un piano anti-cinese, è un concorrente della Belt and Road Initiative cinese, la cui rotta marittima passa attraverso il Canale di Suez e la sua rotta terrestre passa quasi per la stessa rotta storica della Via della Seta. 

Gli Stati Uniti, a causa della competizione strategica, e l’India, a causa delle profonde differenze di confine e politiche con la Cina, sono considerati i principali oppositori della Belt and Road Initiative e l’IMEC è percepita come un’iniziativa congiunta per frenare questo piano cinese. 

Altri corridoi che saranno interessati dall’IMEC includono il China-Pakistan-Economic Corridor, CPEC, dalla Cina al porto di Gwadar in Pakistan, il Dry Canal, che collega il porto di Al-Faw in Iraq all’Europa tramite la Turchia e forse la Siria, i corridoi Cina-Europa settentrionale e centrale e, in una certa misura, l’International North-South Transport Corridor, INSTC. In questo quadro, uno dei principali beneficiari dell’IMEC sarebbe Israele, che, oltre a promuovere il progetto di normalizzazione delle relazioni con i paesi arabi e islamici, vedrebbe trasformato il porto di Haifa in uno degli importanti hub di transito e marittimi con l’aiuto di ingenti investimenti da parte del gruppo indiano Adani, nonostante le difficoltà che attraversa il colosso economico indiano. Grecia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Italia, Giordania e altri paesi lungo la rotta aumenteranno la loro importanza e il loro peso strategico di un fattore significativo partecipando all’IMEC.

Tuttavia, gli effetti negativi della recente guerra a Gaza sull’IMEC sono molto grandi e potrebbero persino annullare l’intero progetto. La posizione di molti paesi legati all’IMEC riguardo agli sviluppi della guerra a Gaza e in Libano è stata e continuerà a essere condizionata dalle loro opinioni sul futuro dell’IMEC. Il primo effetto dei recenti sviluppi a Gaza è stata la definizione del porto di Haifa come porto non sicuro, e poi deluso fallimento. 

Il punto di forza più importante dell’IMEC era la sicurezza e l’affidabilità del porto di Haifa rispetto al Canale di Suez. Le operazioni degli Houthi che hanno bloccato la logistica globale che transitava per Mar Rosso e Canale di Suez hanno fatto sì che molti investitori riconsiderassero la presenza in IMEC.

Il primo Ministro indiano si è detto vicino al regime israeliano e ha condannato Hamas, questa sua posizione può essere considerata come una reazione alla conflitto che ha bloccato l’IMEC visto anche il pesante investimento della Adani nei porti di Haifa e in quelli greci. 

La Cina, che ha cercato di adottare una posizione neutrale e imparziale in eventi simili, ha preso una posizione più incline del solito a favore di Hamas e del popolo palestinese, il che può essere interpretato come soddisfazione per le difficoltà in cui stava versando il progetto rivale della BRI.

Su simili piani può essere letta in parte la posizione dell’Egitto, che vede l’IMEC come un rivale e un sostituto del Canale di Suez.

La posizione degli Stati Uniti, della Russia, della Turchia, dell’Iran, del Pakistan, dell’Iraq, del Qatar, della Giordania, e della Siria e di altri importanti attori regionali ed extraregionali, sebbene si basino su loro posizioni tradizionali, può esser letta anche in chiave IMEC: la lentezza, le difficoltà di un cessate il fuoco di altro passi “pacificatori” può essere considerata anche alla luce delle loro considerazioni sull’IMEC.

L’incontro emiatino-indiano di dicembre 2024 , con al centro la scuezza regionale mediorientale e l’IMEC, potrebbe aver rimesso in gioco anche il destino del Mega Corridoio tra Asia e Europa. 

Luigi Medici 

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