L’Italian Industrial Park di Huazhou

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di Vittorio D’Orsi  Roma, 07/11/2016. Il rapporto fra Italia e Cina non è storia recente, ma trova le sue radici nel passato profondo. Si tratta di scambi già presenti ai tempi dell’antica Roma, e rimasti attivi fino a molto tempo dopo, testimoniati in modo straordinario ne Il Milione di Marco Polo. La locuzione “commerciale” risale comunque al periodo dell’Europa industriale del 800. Fino ad arrivare ai tempi recenti, in cui note imprese italiane si sono aggiudicate appalti importanti per il restauro di parti della Grande Muraglia, ed il “made in Italy”, prevalentemente di design, ma anche alimentare, spopola con i suoi prodotti di qualità.

Si è tenuta a fine ottobre una sessione di interscambi culturali e professionali tra Cina e Italia, presso la Sala Consiliare del Comune di Cineto Romano, il paese dell’ “asta pubblica” di San Rocco, di cui si tiene un registro da più di un secolo. Sacro e profano dunque per creare il collante fra imprese cinesi ed italiane, una tappa della “nuova via della seta” che sta tracciando la China Culture Association, con il supporto di imprese italiane e straniere unendo la Valle dell’Aniene a Huazhou, comune cinese di oltre un milione di abitanti in forte via di sviluppo, nella regione del Guangdong. Durante l’evento circa 15 investitori accreditati hanno potuto valutare diverse imprese italiane.

È questo che si sta cercando di realizzare: un ponte commerciale per la diffusione del design Italiano in Oriente.  Ma perché è così importante il “ripristino” della Via della Seta?
Inutile negare che l’asse Asia e Aiib è oggi un polo straordinario di investimenti, la cui importanza è paragonabile a quella della Banca Mondiale. La Aiib sta finanziando importanti opere infrastrutturali che investono l’intero sud est asiatico, e punta quindi alla creazione di un polo mondiale di sviluppo, che include anche Singapore e la Corea del Sud, Paesi i cui prodotti sono al vertice della tecnologia mondiale.

E, dunque, perché rimanere al di fuori della più importante area di crescita mondiale?
Presso Huazhou nascerà un parco industriale interamente dedicato all’Italia: l’Italian Industrial Park (Iip), vicino all’aeroporto, un progetto di ampio respiro che vede la possibilità di esportazione di marchi italiani sia nell’area del design che del comparto alimentare.
Un’opportunità per ricostruire in Cina parte dei distretti industriali non più presenti in Italia e per ricollocarsi sul mercato mondiale.
Iniziative apparentemente isolate costituiscono una “rete” di contatti commerciali e produttivi che sono il fulcro della shared economy: il prodotto viene ideato e disegnato in un luogo, realizzato in un altro ancora e venduto nei mercati in cui può avere maggiore diffusione. Il mondo intero si trasforma in una immensa agorà in cui avvengono accordi, scambi culturali e di strumenti costruttivi (stampanti 3D, tecnologie, tessuti, ecc): asset intangibili e tangibili.

È la società globale, o meglio “glocale”. È la nuova economia.