LIBRI. Von Clausewitz, la Guerra Postmoderna e quella del Futuro

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In ambito militare vi è sempre la necessità di comprendere come si evolve lo strumento militare nemico per cercare di migliorare il proprio traendone vantaggio. Il modo per farlo è sicuramente quello di avere uno studio strategico che permetta di capire in che direzione si sta evolvendo non solo e non tanto il modo di condurre la guerra, ma soprattutto come si sta evolvendo il mondo e la sua politica.

Tra i tanti volumi di storia militare e di studi strategici, The art of war in the post modern era dei due “tecnici della guerra” Fabiano Zinzone e Marco Cagnazzo, entrambi altri ufficiali dell’Esercito italiano, in servizio e al comando di strutture internazionali, è quello che completa al meglio lo studio degli ultimi dieci anni di conflitti sul pianeta dando sfoggio di solide basi teoriche e concettuali per poter affrontare al meglio l’analisi della complessità della guerra dei giorni nostri.

Già, perché sin da subito viene ricordato che la guerra è uno strumento assoggettato alla politica e che di fondo la definizione della sua natura è e rimane immutabile, basata su quella sorprendente trinità, o Wunderliche Dreifaltigkeit, di impostazione clausewitziana. D’altra però, se questa base dottrinale rimane immutabile, il modo in cui evolve la condotta della guerra è materia di studio e in particolare di questo volume.

Senza volerne svelare tutti i contenuti, lo studio ripercorre l’evoluzione del modo di fare la guerra, dalla sua fase unicamente bidimensionale (per mare e terra) all’introduzione delle altre dimensioni o campi di battaglia: nei cieli, nello spazio e non per ultimo lo spazio virtuale.

Oltre all’evoluzione del campo di battaglia (fisico e non), avendo definito la base concettuale, la tecnicità degli autori sta proprio nello spiegare l’allargamento con il nuovo tipo di conflitto dalla dimensione prettamente militare ad altre dimensioni (che sia tramite i modelli DIME o PMESII). È quello che vediamo oggi in quelle che vengono definite le guerre ibride, indicate perfettamente nel volume.

Se l’integrazione delle varie dimensioni dello scontro proietta la guerra nella sua totalità di sfaccettature, di fondo questa rimane un caos difficilmente controllabile, in particolare in un periodo come il nostro in cui in un tempo estremamente breve miliardi di informazioni vengono prodotte, scambiate e analizzate e attraverso le quali il leader deve ritagliarsi il proprio cammino per arrivare alla decisione, soprattutto in ambito militare.

Di fondo questo libro è di tecnici specializzati e si capisce come dietro queste pagine si trovano molte altre pagine studiate e soprattutto la solidità dell’esperienza empirica vissuta sui campi di battaglia.

Eric Molle