LIBRI. Viaggio iniziatico nel mondo degli Scacchi

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Scacchi al centro del romanzo storico di Mario Boffo, abile maestro di scacchi nonché già ambasciatore di lunga data, Il Cavaliero Errante (Castelvecchi).

È lo stesso Boffo a descrivere la sua opera, avvincente viaggio culturale, citando la Yourcear: «Questo racconto salda situazioni e personaggi tramandati dalla Storia, dalle sue fonti e dalle biografie reali, con circostanze e personaggi immaginari. Storia e fantasia interagiscono in modo plausibile e immaginifico, giacché se la storiografia afferma ciò che è provato, nessuno può escludere che ciò che non sia provato in modo documentale possa essere comunque avvenuto; purché idealmente coerente con i tempi e i resoconti della Storia e con le necessità della narrazione, come nel grande insegnamento di Marguerite Yourcenar».

L’idea centrale per questo manuale di scacchi storico è narrata fin dalle prime battute sulla Battaglia di Lepanto: «“Non preoccuparti”, gli disse calmo; “una battaglia è come una partita a scacchi; vince chi per primo conquista il centro. Guarda…” ».

Così di dipanano le avventure del protagonista, realmente esistito Giovanni Leonardo Bona (Cutro, 1542 – Cutro, 1587), scacchista nell’epoca rinascimentale, tra ricerche alchemiche e doppi o tripli significati letterari che incontro e si scontra nel suo percorso con i più grandi maestri di scacchi del suo tempo in «Un viaggio iniziatico. Introdotto dapprima nel luogo del grande sapere umano, dove i grandi classici greci e latini si accompagnavano a opere più moderne, era stato poi accompagnato nella biblioteca riservata, dove un “sapere ulteriore”, avversato dalla Chiesa e dal generale conformismo, eppure coltivato da uomini di lignaggio come quel gentiluomo, muoveva la consapevolezza e l’anima verso dimensioni più profonde e più complete. E ora, come aveva perfettamente compreso, il Conte gli stava svelando sul nobil giuoco dimensioni che andavano ben al di là del manuale di Damiano, che del resto egli già conosceva».

Per quanti sono poco avvezzi al mondo e alle passioni della scacchiera questo brano storico ci da il senso pieno dell’opera di Boffo: «La disposizione dei pezzi sulla scacchiera, e la stessa figurazione dei pezzi, non è casuale; antichi poemi persiani spiegano che i pezzi sulla scacchiera riproducono l’ordine di battaglia degli eserciti di quell’Impero, o forse delle armate indiane:

il Re al centro, assieme al proprio stato maggiore, che noi chiamiamo Regina, o Donna, e che gli arabi chiamano al wazir, il Ministro, il Consigliere, giacché mai potrebbero indicare con un nome femminile un pezzo tanto importante, considerato che presso di loro la donna è sottomessa; ai lati sono gli Alfieri, i quali, nello schieramento di battaglia, non erano altro che gli elefanti; la denominazione “alfiere”, viene infatti dall’arabo al fil, che significa proprio elefante;

subito appresso era sul campo di battaglia la cavalleria, sulla scacchiera i Cavalli; e dopo, le nostre Torri, che erano i carri dell’armata persiana; come si sono trasformati in torri? Perché in persiano antico, carro si dice rukh, e questa parola è stata trasformata presso di noi, per assonanza, nella parola ‘rocca’, vale a dire, la Torre dei nostri castelli e delle nostre scacchiere; tuttavia, è una torre mobile».

Maddalena Ingrao