LIBRI. Per costruire i palazzi della memoria

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«Devi capire, Josh, che gli esseri umani sono bravissimi a imparare gli spazi».

In questa frase è condensata l’idea di una delle tante ed innovative tecniche mnemoniche per l’acquisizione di una gran quantità di dati. Un’intuizione apparentemente semplice che sfrutta la nostra capacità di rielaborare i ricordi in funzione dello spazio. Il metodo consiste nel visualizzare un luogo familiare e facile da ricordare in tutti i suoi dettagli strutturali e inserire, in un ipotetico percorso, le immagini che rappresentano quello che si desidera ricordare. I romani lo chiamavano metodo dei “Loci”, oggi noi lo definiamo come “palazzo della memoria”. Una sorta di cognizione spaziale.

Il libro  di Joshua Foer, L’Arte di Ricordare Tutto,  inizia richiamando alla memoria un fatto del V secolo a.C., che vede protagonista un poeta lirico greco, Simonide.

«Qualche minuto prima, il poeta Simonide di Ceo si era alzato in piedi e aveva declamato un’ode in onore di Scopa, un nobile tessalo. Simonide si era appena seduto, quando un messaggero attirò la sua attenzione dandogli una botta sulla spalla. Fuori lo aspettavano due giovani a cavallo che avevano urgenza di parlargli. Simonide si rialzò e uscì dalla stanza. Proprio nel momento in cui varcò la soglia, il tetto della scala crollò in una nuvola tonante di polvere e frammenti di marmo».

Durante questa tragedia a Simonide viene chiesto di ricordare i nomi di chi era seduto a quella tavola.

Simonide, concentrandosi e sfruttando lo spazio e tornando mentalmente indietro nel tempo, riuscì a vedere ognuno al proprio posto mentre se la spassavano prima dell’imminente catastrofe.

«Simonide aprì gli occhi. Prese per mano a uno a uno i parenti sconvolti e, superando con cautela i cumuli di detriti, li guidò in mezzo alle macerie nei punti in cui erano stati seduti i loro cari.

Fu in quel momento che, secondo la leggenda, nacque l’arte della memoria».

Il libro si presta a molte chiavi di lettura poiché si dirige verso molte direzioni e in epoche diverse tra loro. Lo strumento della memoria e la tecnica di apprendimento nell’arco del tempo si è rivelato essere strettamente legato alle funzioni socio-religiose dei tempi lontani dove la forma orale era necessarie per tramandare un sapere che altrimenti si sarebbe perso.

La facilità di immagazzinare informazioni su supporti cartacei o, in epoca moderna, in memorie dati ha fatto sì che l’utilità di sviluppare capacità mnemoniche sia venuta meno.

Da un punto di vista scientifico l’autore ci porta alla luce molti esempi di persone che per malattie o per capacità innate hanno subito un’alterazione “cerebrale” di alcune aree del cervello e che gli studiosi hanno preso in esame per capire ed esplorare nuovi orizzonti neuroplastici.

«Il cervello è un organo mutevole, capace – entro certi limiti – di riorganizzarsi e riadattarsi ogni volta che registra nuovi dati sensoriali, e questo fenomeno è noto con il nome di neuroplasticità».

In questo iter tecnico della memoria, Joshua Foer ci fa riflettere sul concetto del tempo legato alla memoria e alla capacità di selezionare solo alcuni ricordi conferendogli una sequenzialità. Il tempo si lega alla memoria, che a sua volta si tiene stretta le sue emozioni per consolidare quei fatti realmente accaduti, ma comunque soggettivamente rielaborati dal nostro filtro cognitivo. Più l’immagine è vivace, più facilmente aderisce al suo locus.

Durante la lettura del libro può capitare di imbattersi  nel sistema PAO (persona-azione-oggetto) utile alla memorizzazione di lunghe serie di numeri,  dove ogni numero di due cifre, da 00 a 99, è rappresentato dall’immagine di una persona che compie un’azione su un oggetto. La tecnica, come accennato in precedenza, crea scene improbabili e quindi indimenticabili.

L’autore ci fa conoscere Kim Peeks, alias Rain Man, la migliore memoria al mondo, il noto personaggio interpretato da Dustin Hoffman nell’omonimo film hollywoodiano. Il termine con cui il mondo accademico definisce questa tipologia di persone è “savant”.

La sindrome di “savant” assume forme diverse a seconda del  soggetto ed è legato ad una irregolarità nell’anatomia celebrale dove il danno all’emisfero sinistro crea condizioni potenziate nell’emisfero destro.

L’autore ci fa notare come la tecnica mnemonica e la conseguente capacità di ricordare sono ingredienti non legati all’intelligenza ma alla volontà dell’individuo stesso. In definitiva si può affermare che tutti possono diventare campioni della memoria qualora fossero disposti ad affrontare dure ore di allenamento supportati dalla tecnica adeguata.

Lo dimostra l’avventura dell’autore che interessatosi all’argomento diventerà un campione statunitense della memoria.

Ringrazio Joshua Foer per aver dato vita ad un interessante e brillante esperimento letterario che fonde, in maniera impeccabile, la divulgazione scientifica e la capacità di raccontare e ricordare l’emozione di una storia.

Ringrazio Elisabetta Valdré per aver tradotto questa divertente storia della memoria.

Simone Lentini

L’arte di ricordare tutto. Storia, scienza e miracoli della memoria
Joshua Foer

Traduttore: E. Valdrè
Editore: TEA
Collana: Saggistica TEA
Anno edizione: 2013
Formato: Tascabile
Pagine: 343 p., Brossura
EAN: 9788850230495