«I piani del maestro erano chiari: divergenza e convergenza, carota e bastone. La divergenza consisteva nel separarli, facendoli studiare da soli, lasciando che prendessero confidenza col pezzo in modo del tutto personale prima di passare alla convergenza, al gruppo, all’unione…»
Questo è il piano narrativo di Quintetto D’estate romanzo di Giuseppe Raudino (Ianieri Edizioni), docente di comunicazione all’università di scienze applicate di Groninga (Paesi Bassi) e scrittore; storia on the road che condurrà i protagonisti dal Mediterraneo al Mar Baltico.
Martina, Fabrizio, Ileana, Stefano e Calliroe si sono appena diplomati al conservatorio Santa Lucia di Siracusa e, con la spensieratezza dei vent’anni, si preparano a inseguire i loro sogni. Non sanno, però, che il loro maestro sta per coinvolgerli in un’avventura che cambierà per sempre il loro modo di essere e di suonare.
Sono i prescelti per accompagnarlo in camper a Riga, invitati a suonare al teatro dell’Opera alla cerimonia in cui il maestro verrà premiato per una sua composizione.
Il lungo viaggio dalla Sicilia alla Lettonia darà loro il tempo necessario e la possibilità di conoscersi meglio, costretti alla condivisione di spazi angusti impareranno a declinare ogni sfumatura della prima persona plurale.
I cinque musicisti riusciranno infine a dire “noi”, a mettere da parte ogni personalismo al servizio dello spartito: Stefano e Ileana potranno tornare ad amarsi, Fabrizio e Martina innamorarsi perdutamente, Calliroe supererà senza rancori la sua infatuazione per il maestro.
Insieme diventeranno infine l’indissolubile Quintetto d’estate che dà il titolo al romanzo. Fondamentale in questa trasformazione è il personaggio del maestro, figura socratica, maieutica, che seduce e conduce gli allievi sulla via che gli antichi greci insegnano: un popolo che sapeva stupirsi di fronte alla bellezza della natura e che si lasciava affascinare dai vertiginosi abissi dell’animo umano.
In questo senso, il maestro e i cinque allievi somigliano a una delle tante scuole filosofiche dell’antichità classica. Anche nel nostro quintetto gli adepti venerano l’insegnante e l’insegnante rivela le conoscenze di cui è depositario, fino a far loro dono del premio più ambito: la sospirata armonia nel gruppo.
L’ultimo passo sarà quello di vedere il maestro scendere dallo scranno di educatore e mischiarsi agli allievi, mettendoli al corrente di una misteriosa vicenda privata che cambierà il corso e i destini delle loro vite.
Maddalena Ingroia