
È on line la nostra nuova analisi, stavolta dedicata interamente allo sviluppo green di un partner dell’Unione Europea che sta incontrando il successo internazionale e l’interesse globale per le possibilità insite nel progetto di energie rinnovabili in grado di rallentare il cambiamento climatico sotto gli occhi di tutti.
Stiamo parlando del regno del Marocco e della sua sfida energetica greve volta allo sviluppo di idrogeno verde e decarbonizzazione.
Abbiamo voluto approfondire questo argomento, piuttosto che altri, all luce dell’interesse europeo verso questo partner manifestato in diversi modi e delle capacità di sviluppo economico e energetico per tutto il Mediterraneo.
Quindi seguito l’incipit del testo di analisi che può essere scaricato cliccando qui.
Vi rimandiamo all’intera analisi per informazioni di dettaglio e siamo certi che anche questo stdio solleticherà la curiosità e l’interesse di chi si occupa di geopolitica declinata nei suoi diversi aspetti.
«Il regno del Marocco è impegnato ad affrontare le sfide del XXI secolo facendo dello sviluppo sostenibile un vero e proprio progetto sociale. Avviato nel lontano 1992, ha portato a riforme successive volte a costruire le basi per lo sviluppo economico, migliorare le condizioni sociali e accelerare il ritmo dei risultati ambientali attraverso misure sia preventive che correttive. La vision del Regno del Marocco sembra essere accolta con sempre maggiore favore a livello internazionale.
La Legge Quadro del 2011 per l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile definisce il quadro normativo complessivo all’interno del quale devono essere inserite le politiche pubbliche, mentre la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNDD) e il relativo piano d’azione, rendono tecnicamente operativi gli orientamenti strategici.
La Strategia Nazionale costituisce un documento di riferimento essenziale volto a consolidare tutte le politiche pubbliche nell’ambito dello sviluppo sostenibile e a correggere le disfunzioni istituzionali e normative. L’obiettivo del governo marocchino è proprio quello di gettare le basi per un’economia verde e inclusiva entro il 2030”.
Redazione
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