LIBRI. Il motore viscerale dell’Amore

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Voci dalla Luna il racconto di Andre Dubus narra la vita di una famiglia cattolica americana che si è sgretolata ma che non si è mai persa. Il forte legame chiamato amore che fa cozzare i personaggi li tiene uniti, alle volte, anche loro malgrado.

Il giovane Richie trova nella fede la possibilità di trasformare la rabbia in compassione. La maturità e la grande sensibilità del ragazzo sono strumenti necessari per poter giustificare ed accettare la catastrofe familiare che lo ha coinvolto. Il padre Richie si sta per risposare con Brenda, la ex moglie del figlio Larry, e la madre Joan ha lasciato la casa quando lui era ancora molto piccolo. 

La vocazione religiosa spinge il ragazzo verso la vita ecclesiastica, ma Melissa, una sua coetanea, gli svelerà la strada verso un altro e potente sentimento. L’autore delinea i contorni dei personaggi e li inserisce in un contesto dove qualcosa di importante è già accaduto e dove non bisogna trovare una soluzione per risolvere il problema, bensì bisogna andare avanti nonostante tutto.

Tutti i personaggi della famiglia che Dubus sceglie di presentarci hanno un profondo e intimo mondo interiore che viene scandagliato e che ci proietta nella possibilità di un conflitto morale tra quello che dovrebbe essere e quello che effettivamente si pensa  e si prova.

La profondità dei legami familiari e l’indissolubilità che lega un padre o una madre ai propri figli crea un substrato emotivo di fondo così intenso che il lettore ne percepisce la forza e l’intensità. I problemi creano il caos che fanno presagire una tempesta, ma il funesto presagio non riesce a spazzare e a dividere una famiglia formalmente già distrutta.

La scelta di Richie di sposare la ex moglie del figlio Larry sembra essere un accadimento ineluttabile e fuori da un controllo volontario.

Da un estratto del libro:

«Richie si era fermato, la mano immobile sulla ringhiera liscia. La voce del padre era bassa, né arrabbiata né triste, solo stanca.

«È colpa del divorzio

«Quale divorzio?”

«Il tuo. Il mio. È stato questo cazzo di divorzio. Pensi che sia stato io a scegliere di stare con lei?

«Che cosa dovrei pensare?

«È successo. Solamente successo. È sempre così. Succede.

«Magnifico. E come la mettiamo con la tua volontà? È successo qualcosa anche a lei?

«Non parlarmi di volontà. Tu hai forse voluto che il tuo matrimonio finisse? E io e tua madre lo abbiamo voluto? Oh, la volontà è per quegli stronzi che ci devono scrivere libri. Ma qua fuori…»

I dialoghi con Larry, con la figlia Carol e con Richie mettono in luce la figura di un genitore che spesso ha commesso i suoi errori ma sempre ha cercato un confronto e un dialogo aperto con loro per avere ancora la possibilità di essere comunque il loro papà. Negli occhi dei propri figli Richie cerca anche di smorzare il fuoco del proprio conflitto interiore perché sa che non è riuscito a sottrarsi a qualcosa che non avrebbe dovuto fare.

Molto intenso è l’incontro tra il figlio Larry, in cerca di un porto sicuro, e Joan la madre.

Da un estratto del libro: «Si sapeva così tanto dei propri figli. Troppo. Cambiavano così poco dall’infanzia che, se ci provavi, potevi arrivare davvero vicina a predire la loro vita, fin dal primo giorno di scuola. Perlomeno le parti salienti. Richie era sempre stato solitario e trovava pace nella solitudine. Carol aveva cercato la felicità nell’essere amata, aspettandosela in ogni nuova amicizia. Aveva cambiato i propri giochi da bambina, i vestiti e persino il modo di parlare ad ogni nuovo amico. E non aveva mai provato a ottenere l’approvazione degli altri facendo qualcosa che lei amasse, o anche non facendo niente affatto, rimanendosene da sola. Larry, che era quello dotato di talento, di un vero e proprio dono, aveva sempre aspettato che qualcuno – un amico, la famiglia, un insegnante – notasse le sue doti e lo incoraggiasse. Non sarebbe riuscito ad abbandonare il padre ora più di quanto non ci fosse riuscito vent’anni prima».

Anche in questo caso, nonostante la madre abbia scelto di andarsene da casa per salvarsi dall’infelicità, di fondo rimane vivo e dolcemente complesso il legame materno con i propri figli.

L’autore con meticolosità e attenzione osserva mondi emotivi che si urtano tra loro senza mai cadere nella tentazione del giudizio. Dubus traduce la solitudine di ognuno e dona la parola al conflitto che si genera quando la percezione della realtà si scontra con altre possibili verità, tutte plausibili e difficili da accettare.

Come una lama senza manico l’autore ci vuole mostrare da un lato il potere salvifico dell’amore nelle sue svariate forme e dei legami  che da essa ne scaturiscono, dall’altro lato sembra anche affermare che l’interazione tra le persone, nonostante l’amore, sia comunque portatore di problemi e incomprensioni.  La vita di ognuno così ci appare come un’insostenibile e inevitabile percorso condizionato da un profondo e recondito motore viscerale che si nutre d’amore ma che non trova la sua collocazione nella superficiale morale culturale che l’uomo ha voluto costruire nel tentativo di dare un senso comune alla solitudine del singolo.

Ringrazio per la traduzione del testo Nicola Manuppelli e ringrazio di cuore la persona che mi ha fatto scoprire questo romanzo e un prodigioso scrittore.

Simone Lentini

Voci dalla luna
Andre Dubus

Traduttore: N. Manuppelli
Editore: Mattioli 1885
Collana: Experience. Frontiere
Anno edizione: 2011
Pagine: 136 p., Brossura
EAN: 9788862611909