Per gli Usa, al LIbi e Zeidan non sono legati

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USA – Washington 16/10/2013. Nazih Al- Ruqaii, alias Abu Anas Al-Libi, è sotto processo negli Stati Uniti contro la volontà del governo libico ma il portavoce del Dipartimento di Stato Jen Psaki ha spiegato il 15 ottobre che gli Stati Uniti danno molto valore al loro rapporto con la Libia: «Noi lavoriamo a stretto contatto con la Libia su una serie di argomenti, e ci aspettiamo che questo continui».

Dopo che il primo ministro, Ali Zeidan, è stato sequestrato il 10 ottobre, a pochi giorni dalla rendition eseguita dalle forze speciali Usa di Ruqaii, gli Stati Uniti dicono di non avere timori per il futuro degli stretti legami tra gli Usa e la Libia sviluppatisi dopo la rivoluzione del 2011. Pur riconoscendo i problemi creati dalla presenza di milizie, il Dipartimento di Stato non considera il caos politico, tra cui il rapimento di Zeidan, in Libia e in altri paesi arabi in transizione, come prova della disintegrazione imminente. 

Le dichiarazioni ufficiali statunitensi non fanno ancora riferimento al rapimento del premier Zeidan come un tentativo di golpe, e i funzionari del Dipartimento di Stato non hanno né confermato né smentito un collegamento tra la rendition di Ruqaii e il rapimento di Zeidan. Già l’11 ottobre, il Dipartimento di Stato aveva negato che Washington avrebbe inviato una task force militare in Libia come forza di sicurezza per affrontare l’instabilità politica venduta fuori dal rapimento del Primo ministro. Non sono state segnalate rappresaglie contro obiettivi statunitensi e contro infrastrutture strategiche in Libia.

Nonostante questo, gli Stati Uniti hanno trasferito 200 marine del Purpose Marine Air-Ground Task Force, una forza speciale per la protezione dei diplomatici Usa, dalla Spagna all’Italia l’8 ottobre. La business community degli Stati Uniti ha manifestato una crescente preoccupazione per l’insicurezza, la mancanza di incolumità pubblica e la continua incapacità dello Stato di smantellare le milizie e di reintegrare i loro membri nella società; e ha poi detto di auspicare una maggiore stabilità politica e la realizzazione di un contesto giuridico-commerciale trasparente, dopo l’approvazione di una costituzione e la creazione di un governo permanente.