LIBIA. Un Qaedista a Sochi

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Il vertice Russia-Africa scalda i motori e le delegazioni sono in arrivo. Se, come abbiamo detto, la notizia della presenza del GNA all’evento è comprensibile poiché si tratta del governo riconosciuto dall’Onu, va ricordato che Mosca appoggia in diverso modo l’Lna di Khalifa Haftar e che sarebbe in atto una serie di operazioni propagandistiche contrarie al governo di Fayez Serraj, sulla sfera mediatica russa e non solo. 

Comunque, la notizia della presenza di un ricercato internazionale per terrorismo nella delegazione ufficiale libica ha creato un terremoto nella socialsfera libica dividendo nettamente i favorevoli e i contrari alla partecipazione di Shaaban Hadia al-Zawi, noto anche come Abu Obeida, già a capo del Lror , Libya Revolutionaries Operation Rooms, affiliate ad al-Qaeda. 

In proposito il sito World Geostrategic Inside riporta che «la decisione di invitare Abu Obeida è stata presa a seguito degli accordi raggiunti tra il vertice del ministero degli Esteri libico del Gna Mohammed Siyala e il rappresentante speciale del presidente della Russia per l’Africa e il Medio Oriente, Mikhail Bogdanov. Nell’ambito del vertice internazionale di Sochi, Shaaban Khadia (cioè Abu Obeida, ndr) farà una presentazione alla sessione Safe Africa, durante la quale i partecipanti all’evento discuteranno i problemi della migrazione illegale, del contrabbando e delle attività criminali».

Shaaban Hadia al-Zawi, è inserito sulla lista delle personae non gratae di numerosi Stati, indicato come terrorista afferente ad al-Qaeda. Il suo nome completo è Shaaban Masoud Khalifa Khadiya, classe 1972, ed è nato nella regione di Al-Kharsha Zawiya (Libia).

Era già noto ai servizi segreti di Gheddafi per una serie di accuse di terrorismo; dal 1993 al 2003 ha studiato e lavorato come insegnante in un centro educativo salafita nello Yemen, discepolo di Mukbil ibn Hadi al-Wadi.

Shaaban Hadia al-Zawi avrebbe gestito il rapimento del primo Ministro libico Ali Zeidan nell’ottobre 2013. Nello stesso anno, Abu Obeida viene arrestato dai servizi speciali egiziani con l’accusa di partecipazione a gruppi armati, rapimenti e organizzazione di atti terroristici.

Al-Zawi, ha partecipato attivamente alle attività del Lifg (Libyan Islamic Fighting Group) di Abdel-Hakim Belhadj ed era molto vicino, potremmo dire il braccio destro, del leader di al-Qaeda Nazīh ʿAbd al-Ḥamīd Nabīh al-Ruqayʿī, noto come Abu Anas al-Libi, catturato a Tripoli nel 2013 e morto a New York in attesa di essere processato per gli attentati adisti di Nairobi e Dart es Salam. Un simile personaggio oggi è il vice segretario del Governo di Accordo Nazionale libico, il governo istituito a Tripoli dall’accordo di Skhirat del dicembre 2015 dalla comunità internazionale.

La partecipazione di Abu Obeida è solo l’ultimo esempio della particolare e delicata situazione che si vive a Tripoli. Già nel 2017, all’avvicinarsi della sua data di scadenza (prevista per il dicembre 2017), il governo retto da Fayez Serraj aveva essenzialmente costruito la propria sopravvivenza nell’ovest del paese modificando le alleanze o rafforzandone altre mirando solo al proprio mantenimento in vita. Nonostante le critiche, già numerose allora, di molti  attori politici libici e internazionali, di fondo, Serraj è riuscito allora e ci riesce adesso, a confermarsi soprattutto grazie al supporto internazionale, oggi più vacillante, e al sostegno di forze eterogenee a Tripoli: cioè in sostanza milizie composte da personaggi con un passato criminale e/o terroristico.  

Quanto accadde a Sabratha nell’ottobre 2017 hanno posto il problema principale delle forze poste sotto il controllo formale del Gna, ovvero la connivenza tra diverse di queste forze e organizzazioni criminali che gestivano e gestiscono attività criminali dal contrabbando di carburante all’immigrazione clandestina. 

A Sabratha, nel 2017, la Sala operativa anti Daesh di Sabratha, milizia creata dal Gna, grazie al sostegno del Lna nel cui campo è poi passata, ha combattuto e cacciato dalla città le altre due forze affiliate al Gna: la sala operativa di Sabratha e il 128° Battaglione di Al Dabbashi, lo Zio (Amo).  

Quest’ultima seconda milizia si è rivelata essere la principale milizia che si occupava della gestione del traffico di esseri umani in partenza dalla Libia verso l’Italia attraverso il mare.

Già allora cominciava ad essere chiaro che le milizie che ufficialmente dovevano far rispettare la legge e i diritti umani a ovest come a est di Tripoli, in realtà erano i principali gestori proprio dei traffici illeciti. Se a volte vi sono state dichiarazioni di operazioni per lo smantellamento del traffico tese a mostrare l’utilità delle milizie stesse e quindi il loro mantenimento, spesso si è trattato di modi per le milizie stesse di eliminare la concorrenza. Questo è accaduto nella zona di Az Zawia, patria di Abu Obeida, dove erano presenti quelle che facevano da raccordo e gestione del traffico di esseri umani che arrivava da Sebha e dal sud del paese per un verso, e del contrabbando di carburante in tutto l’ovest del paese e verso la Tunisia, dall’altro. 

Vedremo nei prossimi giorni se Abu Obeida sarà effettivamente presente o meno a Sochi.

Redazione