Tripoli – Ue: garantire la sicurezza

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LIBIA – Tripoli 28/5/13. Il primo ministro libico Ali Zidan ha effettuato la sua prima visita ufficiale all’Ue il 27 maggio. A Bruxelles ha incontrato il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso con cui ha discusso del processo di transizione in corso in Libia e della situazione generale nella regione. 

Il comunicato fatto uscire dalla presidenza nell’imminenza del viaggio illustrava gli intenti e il giro di incontri del premier libico.  La visita puntava «a ripristinare il ruolo regionale e internazionale della Libia nel contesto della costruzione di relazioni internazionali basate su collaborazione, uguaglianza e rispetto reciproco»

Il primo ministro libico, veniva annunciato, avrebbe partecipato ad una serie di incontri di alto livello tra cui il presidente della Commissione europea nonché il Segretario generale della Nato. 

Nel suo incontro Barroso ha elogiato Zidan per l’impegno politico posto nel realizzare una transizione pacifica e democratica in Libia, e ha offerto al Paese il sostegno dell’Unione europea. «Vogliamo essere partner della Libia in questo processo. Vogliamo essere al fianco dei libici per costruire una Libia nuova e moderna», ha dichiarato Barroso.

Barroso dopo la riunione con Ali Zeidan ha detto che: «L’Unione europea è pronta ad assistere questo processo ed è già in contatto con la Commissione elettorale nazionale per definire il nostro sostegno».

Ad oggi il programma comunitario di assistenza alla Libia è pari a 95 milioni di euro.

Barroso ha annunciato poi che l’aggiornamento delle relazioni Ue-Libia attraverso la conclusione di un accordo di associazione bilaterale è un passo importante nelle relazioni tra i due soggetti: «Sappiamo, naturalmente, che questo richiederà tempo, ma è qualcosa in cui entrambe le parti vedono un interesse in cui investire tempo ed energia. L’accordo fornirà il quadro per lo sviluppo delle nostre relazioni a lungo termine».

Attualmente ci sono due documenti attivi tra la Libia e l’Ue in tema di sicurezza comune e di politica di difesa; c’è poi la missione dell’Ue di assistenza alle frontiere fattore di primaria importanza nella gestione della sicurezza del Paese. 

Il tema della sicurezza sociale e politica interna alla Libia è argomento sensibile per l’Unione che ha incontrato il premier di Tripoli proprio in un momento delicato per la stabilità interna del Paese. Agli inizi di maggio, si era infatti dimesso Ashour Shuwail, ministro dell’Interno. Il 26 maggio, il Congresso nazionale della Libia ha approvato la nomina del nuovo ministro degli Interni. 

Il nuovo ministro è Mohamed Khalifa Al-Sheikh, un ufficiale di polizia che ha ricoperto diverse posizioni nel settore della sicurezza. È stato eletto con 99 voti su 124 votanti. 

Al-Sheikh dovrà affrontare la sfida di portare la sicurezza nel paese, riattivando le forze di polizia e disarmando le milizie che stanno prendendo prendendo il sopravvento nel paese.

Stando ad alcuni rumors libici, Sheikh avrebbe «avuto contatti positivi con i rivoluzionari», cioè gli uomini che hanno preso parte alla rivolta contro Gheddafi 2011 o coloro che hanno preso le armi dopo la caduta di Tripoli il 20 agosto 2011. Addirittura sui banchi del Congresso nazionale sarebbero stati lasciati volantini che denunciavano l’appartenenza di Al-Sheikh ai comitati rivoluzionari.

Al-Sheikh dovrebbe esser in grado, proprio come conseguenza delle sue relazioni positive con i gruppi armati, di disarmarli, per porre termine allo “status quo armato ” che non è accettato dalla grande maggioranza del popolo libico.

Al-Sheikh, che proviene dal quartiere orientale di Tripoli Souq al-Jumaa, in precedenza ha lavorato in diverse stazioni di polizia nella capitale e ha insegnato nella Scuola di formazione della polizia prima della guerra del 2011.

Si dice sia stato il responsabile della sala operativa di Tripoli dopo che la capitale è caduta in mano ai ribelli nell’agosto 2011. In seguito ha lavorato nel ministero degli Interni divenendo il consigliere in materia di sicurezza del presidente del Congresso nazionale.