Sterilizzare l’insicurezza in Libia

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LIBIA – Tripoli 27/05/2014. L’epidemia dell’insicurezza rischia di infettare la Libia e i paesi vicini, compresi quelli occidentali.

Grandi manifestazioni di solidarietà si sono svolte per commemorare Muftah Awad Buzid ucciso il 26 aggio a Bengasi. Il direttore responsabile del quotidiano Burniq era stato ucciso da sconosciuti mentre si recava in redazione. Tema comune delle manifestazioni durante i funerali è la denuncia dello scarso livello della sicurezza del paese. Il 25 maggio, lo stesso Alto Rappresentante dell’Ue inviato speciale per la Libia, Bernardino Leon (a destra), aveva detto che «la lotta al terrorismo e in particolare a gruppi come Ansar Al- Sharia è cruciale per la creazione di una Libia libera e democratica». Leon aveva detto che «gruppi terroristici, in particolare nella parte orientale erano una grave minaccia per il paese e per quelli paesi limitrofi» poiché queste organizzazioni terroristiche minacciavano la sicurezza della comunità internazionale. «Nessun democrazia può essere costruita in Libia se questa situazione continua» aveva aggiunto Leon che ribadiva l’eliminazione dei gruppi opposti allo Stato di diritto. Leon ha detto che la richiesta di sicurezza non veniva soltanto dai paesi limitrofi e dall’Occidente ma dalle strade libiche: i libici si aspettano che i partiti riescano a «comprendere questo momento storico e a soddisfare la richiesta interna». L’inviato speciale aveva poi detto che era di fondamentale importanza che le elezioni per la Camera dei Rappresentanti andassero avanti sulla data del 25 giugno e che «tutti gli attori politici libici lavorassero democraticamente e inclusivamente».
Per quel che riguarda il ruolo del generale Khalifa Hafter (a sinistra), Leon aveva detto che non aveva parlato con il leader dell’Operazione Dignità ma aveva ribadito che «ciò
che è importante è prendere in considerazione non Hafter ma quello che rappresenta», cioè il desiderio dei libici di sicurezza e la scomparsa dei gruppi armati. Le mosse del generale, infatti, puntano a sradicare la presenza islamista da alcuni distretti di Bengasi ancora nelle mani di Ansar Al- Sharia. Secondo il portavoce di Hafter, Mohammed Hijazi, le forze del generale intendono bonificare dalla presenza dei gruppi islamici armati la città e aree come Guwarsha e Hawari, che sono ancora nelle mani di Ansar Al-Sharia. Le incursioni più significative compiute a Bengasi si erano verificate nella zona di Sidi Faraj dove sono avvenuti combattimenti, il 16 maggio, tra Ansar Al- Sharia, la Brigata 17 febbraio e forze dell’Operazione Dignità, che hanno causato la morte di circa 70 islamisti. Il 25 maggio gli aerei dell’aviazione vinca a Hafter avevano effettuato bombardamenti su Sidi Faraj, distruggendo le scorte di armi dei gruppi islamici. Hijazi ha poi aggiunto che non vi fosse alcun dubbio sulla presenza degli estremisti nella zona, seppure in numero ridotto.