LIBIA. Saif Gheddafi ha iniziato la sua campagna politica nelle tribù

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In settimana ha parlato l’avvocato della famiglia Gheddafi, dichiarando che Saif al Islam sta bene e gira per la Libia incontrando le tribù libiche. Nel corso di una conferenza stampa, l’avvocato ha anche affermato che Saif al Islam (in apertura, foto di repertorio) ha iniziato la sua campagna politica e ha intenzione di fare causa al Qatar. Il riferimento al Qatar è collegato al fatto che il paese del Golfo avrebbe finanziato le milizie islamiche che hanno contribuito alla caduta del padre e del suo regime.

Continuano frammentati gli incontri a Tunisi del comitato di dialogo del Parlamento di Tobruk e del Supremo Consiglio di Stato. Essenzialmente il Consiglio di Stato non vuole che il Parlamento possa conferire la fiducia al nuovo governo. A riguardo si è espresso anche l’ex premier (ex capo del Consiglio Nazionale di Transizione – CNT), Mahmoud Jibril, nel corso di una conferenza a Bruxelles. Jibril ha messo in dubbio l’affidamento e la lealtà dei parlamentari che possono essere comprati per un milione di dinari libici. Inoltre, Mahmoud Jibril ha aggiunto che le Nazioni Unite falliranno perché si concentrano solo sulla spartizione del potere piuttosto che sulla cristallizzazione di una soluzione politica sostenibile tra le attuali forze sul campo. Nel frattempo, si vocifera che Salah al Bakush potrebbe essere nominato prossimo primo Ministro libico secondo in dialogo in corso in Tunisia. Al Bakush, attivista politico, è stato rapito alla fine di gennaio 2017 a Tripoli per poi essere rilasciato due mesi dopo senza alcun vero e proprio motivo. 

Dal canto suo, Al Salabi, membro dei Fratelli Musulmani, ha chiesto all’inviato delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé di cooperare con la Corte suprema per controllare la tenuta di elezioni. Dall’altro lato, l’inviato speciale Salamé avrebbe effettuato diverse proposte per gli emendamenti dell’accordo politico. La situazione si sarebbe sbloccata successivamente con l’arrivo dell’ambasciatore britannico, Peter Millet. Diverse variabili sono cambiate dopo l’arrivo dell’ambasciatore britannico all’albergo dove risiedono le delegazioni a Tunisi. Nel frattempo continuano gli scontri a Tripoli; si sono contati anche i primi due morti tra le fila dell’8° divisione (Brigata al Nawasi), uccisi vicino al porto di Tripoli. Un account locale ha ripreso le dichiarazioni della Centrale della sicurezza nord di Tripoli che commentavano gli scontri vicino al porto e nelle quali si affermava di voler cacciare le milizie criminali dalla capitale. Secondo l’account locale, è così ormai da sette anni, ma le milizie sono ancora a Tripoli.

Dal canto suo, il LNA ha affermato che non ha nulla a che vedere con gli scontri tra milizie a Tripoli e che non supporta nessuna delle parti. Il LNA ha dichiarato invece di supportare gli innocenti e i patrioti condannando il terrore causato dalle milizie che stanno struggendo la capitale a dimostrazione del fallimento della comunità internazionale e del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Questo è il tipo di dichiarazione che il LNA emette di solito quando si appresta ad entrare in una città per pacificarla. Ad esempio, non ultimo, è stato così a Sabratha. Non per nulla, il generale Haftar ha dichiarato che si avvicina l’ora zero per Tripoli, e nessuno potrà impedire al LNA di entrare e liberare la città.

Redazione

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