Marines in Sicilia pronti per la Libia

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LIBIA – Tripoli. 15/05/14. Il pericolo Libia è alle porte e la mossa del Pentagono conferma che la situazione del paese affacciato sull’Italia è tutt’altro che tranquilla. 200 marines sono stati trasferiti in Sicilia dalla loro base spagnola ‘per precauzione’ a causa dei disordini che attraversano il Nord Africa, rafforzando così la capacità di immediato intervento degli Stati Uniti in caso di necessità.

Washington non ha voluto ufficialmente indicare su quale paese in particolare le preoccupazioni possano tradursi pericolo, ma i gruppi armati islamisti che non hanno mai voluto deporre le armi dopo la morte di Muammar Gheddafi non lasciano dubbi.

«Questo movimento deriva dal fatto che la situazione della sicurezza in Nord Africa si sta deteriorando e potrebbero esserci delle minacce», ha detto il colonnello Steve Warren, un portavoce del Pentagono. Dalle dichiarazioni non si parla di nessun attacco imminente ma solo di preoccupazioni a causa del deterioramento della sicurezza. Negli ultimi mesi altre operazioni simili hanno portato al movimento temporaneo di altri marines dalla Special Purpose Marine Air-Ground Task Force Crisis Response di base in Spagna, ma che ha anche un contingente posizionato in Romania, si tratta delle forze speciali che hanno contribuito a evacuare il personale dall’ambasciata degli Stati Uniti in Sud Sudan lo scorso anno.

A tre anni dal rovesciamento del regime del leader libico il governo non riesce a stabilizzare la sua posizione politica e ad affermare la sua autorità su un puzzle di gruppi islamisti armati. Il mese scorso i ribelli, che rifiutano l’autorità dello stato hanno preso d’assalto i palazzi del parlamento e in un’altra occasione i soldati libici sono dovuti intervenire in difesa del primo ministro bloccato dalle proteste dei manifestanti. Nel mese di marzo, le autorità hanno riconosciuto per la prima volta l’esistenza di “gruppi terroristici” in Libia, in particolare a Bengasi e Derna, città orientale con una storia di militanza islamista.

Warren ha voluto sottolineare che i Marines verranno impiegati principalmente nella protezione delle ambasciate e del personale statunitense, anche se non ha escluso la possibilità che possano essere chiamati per una missione diversa.