Il Sud Africa è entrato nella scena libica ricevendo ampio spazio, poiché coinvolto in una vicenda dai carattere non ancora definiti con chiarezza. La polizia sudafricana ha infatti arrestato, a fine luglio, 95 libici che stavano ricevendo un addestramento militare in una “fattoria” ed è emerso che sembrerebbero collegati a Khaled Haftar ed ad una società sudafricana che aveva rifiutato di condurre l’addestramento in Libia preferendo il Sud Africa ma senza permessi ed i giovani libici, in più, erano entrati con un visto turistico. Questo è un avvenimento dai risvolti interessanti con gli sviluppi ovviamente da seguire, poiché il fenomeno dell’addestramento di libici commissionato a privati non è nuovo, basti pensare allo scandalo che tanta indignazione aveva provocato soprattutto nei paesi europei per una compagnia irlandese privata in Libia che addestrava truppe di Haftar.
La polizia sudafricana ha annunciato il 26 luglio l’arresto di 95 libici in un sito sospettato di essere una base militare, poiché la polizia ha scoperto un campo militare illegale appena fuori White River a Mpumalanga, a nord della capitale, Johannesburg. I 95 cittadini libici, che si trovavano nel paese illegalmente, sono stati arrestati e in fase di elaborazione per il rimpatrio. In seguito la polizia sudafricana ha affermato che le indagini avrebbero stabilito se esisteva una rete di campi e rivelato “perché i libici sono qui a fare addestramento militare nel nostro paese”. Quindi, il Sud Africa ha avviato indagini sui crimini gravi commessi dai “detenuti” libici e successivamente ha annunciato nuovi dettagli sul caso “Campo libico”, attraverso il Ministero degli Interni sudafricano ossia che ai libici detenuti nel campo segreto era stato concesso il visto a Tunisi ed ha aggiunto di aver cancellato i loro visti.
La risposta da parte libica, in merito all’arresto dei 95 di nazionalità libica, non si è fatta attendere, a cominciare dalle dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale del GNU, il governo di Dabaiba riconosciuto dalla comunità internazionale, che ha negato l’affiliazione del gruppo al governo e che non hanno legame con le procedure che hanno portato al loro invio. Al contrario, Abdul Hadi al Hawij, Ministro degli Affari Esteri del GNS, il governo di Bengasi nell’est del Paese, ha confermato che il ministero stava seguendo la situazione dei libici detenuti che stavano ricevendo un addestramento militare e i suoi sforzi per fornire loro supporto legale e per garantire le condizioni della loro detenzione e la solidità delle procedure legali applicate nei loro confronti.
Come detto, correlazioni ci sono con il recente caso che ha coinvolto la famiglia Haftar e una società privata irlandese che ha mostrato come i leader libici ricchi di denaro siano spesso tentati di assumere società private straniere per addestrare unità d’élite libiche. In questo caso particolare, Jalel Harchaoui ricercatore esperto di affari libici ha affermato che una società sudafricana ha rifiutato di condurre l’addestramento in Libia e ha insistito affinché i 95 “tirocinanti” andassero a White River, il che ha portato a un raid della polizia, e che il GNS ha riconosciuto che i 95 libici coinvolti erano stati inviati da Bengasi e sostenendo, infine, probabilmente collegati a Khaled Haftar.
Dopo la prima udienza, a cui hanno partecipato i 95 imputati, presso il tribunale distrettuale di White River, la Repubblica del Sud Africa ha rinviato ad agosto il processo contro i detenuti libici. La corte non aveva fissato una nuova data ufficiale per decidere il caso, ma in seguito si è appreso che il processo era stato rinviato al 05 agosto. Ciò che è degno di nota è che solo 3 detenuti su 95 detenuti parlano inglese e non c’era alcun traduttore ufficiale per i detenuti durante la prima udienza del processo. Sono accusati di violazione della legge sull’immigrazione, per essere entrati in Sudafrica con visti falsi ottenuti dalla Tunisia. In aggiunta, al momento non risulta vi sia alcuna reazione o dichiarazione da parte di Haftar nei confronti dei giovani.
Ulteriori particolari sulla vicenda sono emersi sempre per mano di Jalel Harchaoui esperto di questioni libiche che ha dato informazioni di base e contesto sul caso sudafricano, sostenendo che l’azienda sudafricana che ha fornito la formazione si chiama Milites Dei Security Services (MDSS) o Milites Dei Academy. Inoltre, uno dei detenuti nel caso di addestramento militare ha rivelato ad un corrispondente di DSTV attraverso il finestrino dell’auto della polizia, che appartengono a una compagnia di sicurezza della città di Bengasi e vogliono tornare in Libia. Quindi, sempre più conferme da quale parte della Libia provengano i militari addestrati nella base illegale.
La Corte di White River il 05 agosto ha, però, rinviato nuovamente il processo ai 95 coinvolti nel caso al 26 agosto, con i libici detenuti che si rifiutano di tornare in prigione e chiedono il loro ritorno in patria. È intervenuto anche l’avvocato difensore dei libici che ha dichiarato che non ci sono stati colloqui con le autorità libiche in merito al loro ritorno nel loro paese, e i libici sono entrati nel paese con un permesso di studio e formazione e hanno un contratto legale. In conclusione, quindi si dovrà ancora attendere per capire quale sarà l’esito di questo processo ed i suoi risvolti e ripercussioni anche a livello politico.
Paolo Romano
Segui i nostri aggiornamenti su Spigolature geopolitiche: https://t.me/agc_NW e sul nostro blog Le Spigolature di AGCNEWS: https://spigolatureagcnews.blogspot.com/