LIBIA. La verità sulla strage dei migranti di Tajoura

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Sulla questione libica tutti parlano ma poi l’Italia sta al di qua del Mediterraneo e quello che succede a Tripoli nessuno lo sa con certezza. A scrivere e a fare annunci ci sono i portavoce ufficiali del GNA, Tripoli e quello LNA per l’Operazione  Fine del Tradimento (Tobruk). Sì Haftar ha denominato la controffensiva dopo la caduta di Gharyan: Operazione Fine del Tradimento. Tra le vicende del “non sapere” c’è quello della vicenda del bombardamento del centro di detenzione migranti a Tajoura.

Il GNA ha gridato allo scandalo accusando l’LNA di Haftar di aver bombardato; LNA ha risposto asserendo che non solo aveva avvisato dei bombardamenti ma che loro avevano colpito una base delle milizie che sta nei pressi del centro di detenzione per i migranti di Tajoura. Per altro, il portavoce dell’LNA, generale Ahmed al Mismari, ha indicato in conferenza stampa, di aver ricevuto le coordinate dei centri di detenzione per evitare di bombardarli; queste coordinate sono parte delle istruzioni di combattimento date agli equipaggi dei jet. 

Nella socialsfera libica, il 3 luglio 2019, dopo ore di commenti tra pro e contro GNA e LNA, si è cominciato a fare il “timing” degli eventi e si è scoperto che il centro migranti di Tajoura è stato colpito 17 minuti dopo che l’LNA aveva bombardato la sede delle milizie GNA. Non solo, sempre via social, si apprende che a sparare  sul campo profughi colpi di mortaio sarebbero state le milizie del GNA e non sarebbe la prima volta che lo fanno. Le autorità internazionali dopo la condanna iniziale dell’attacco, appurati i primi fatti, hanno cambiato la descrizione degli avvenimenti.   

Solo pochi giorni fa nella presa di Gharyan le milizie libiche del GNA sono entrate in un ospedale e hanno assassinato, sparandogli o sgozzandoli, 40 combattenti dell’LNA e poi sono passati con i mezzi sopra i loro cadaveri. Gli uomini erano ricoverati in ospedale a seguito dei combattimenti in città. On line giravano le foto degli inservienti che con scope e sapone  lavavano il piazzale antistante l’ospedale rosso per il sangue dei feriti giustiziati (foto di apertura).

Come se non bastasse un account locale ha sottolineato come Serraj e il GNA non hanno la volontà politica di risolvere la questione dei migranti perché gli serve come strumento di pressione per gestire i loro sostenitori a Roma e a Bruxelles. A proposito di volontà politica Fayez al Serraj, capo di un governo riconosciuto internazionalmente, recentemente ha incontrato solo il ministro dell’Interno Matteo Salvini a Milano, non tenendo in alcun conto il rispetto delle regole diplomatiche e istituzionali che imponevano un incontro, al massimo congiunto, con il Premier Giuseppe Conte e il ministro degli Affari Esteri, Enzo Moavero Milanesi, titolati a farlo perché rappresentano l’unità, soprattutto Conte, dell’indirizzo politico italiano.

Tornando al tema dei migranti, soprattutto, è del commercio e delle collusioni che non si parla, perché quello dei migranti è sempre stato ed è ancora un business redditizio delle milizie che proteggono il GNA stesso.

Il business è rappresentato sia dalla gestione del traffico di esseri umani (quindi lottare contro chi è mercante di migranti significa lottare contro le milizie del GNA che sfruttano questo commercio) che nel ricevere i soldi europei per la gestione dei centri di detenzione.

Come indica un account locale, verrà un giorno in cui i numeri esorbitanti dei fondi per la gestione dei ricoveri per i migranti verranno fuori. Soprattutto verranno fuori i nomi dei beneficiari dei fondi e la natura del traffico, nazionale e internazionale, di esseri umani che vi sta dietro.

Redazione

N.B.: le foto di corredo provengono dalla social sfera libica in riferimento ai fatti di Gharyan