LIBIA. ISIS rientra in campo a ovest di Sirte

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Daesh ha confermato la propria presenza in Libia da qualche mese non solo con attacchi puntuali, ma anche con il controllo del territorio. In effetti, Daesh ha pubblicato un video della barriera di sicurezza istituita tra le regione di Abugrein, a ovest di Sirte, e Al Jufrah e l’arresto proprio in loco di alcuni “apostati” (nella foto); tra gli arrestati c’è il vice presidente della commissione elettorale. Il luogo del posto di blocco non è chiaramente identificato, tra Abugrein e la municipalità di Al Jufrah vi sono alcune centinaia di chilometri. Questo però indica che Daesh è ben presente a sud di Sirte. Non è da escludere, però, che il checkpoint sia proprio nelle zone limitrofe ad Abugrein. Daesh non è estraneo alla retorica e i primi scontri con le milizie BAM per la loro offensiva per la liberazione di Sirte sono iniziati proprio ad Abugrein.

La situazione si fa alquanto inquietante poiché fino ad ora si erano fatte ipotesi attorno alle poche notizie che si avevano attorno alla presenza di Daesh a sud di Sirte e nella regione di Bani Walid.  Secondo quanto si apprende via social, Daesh starebbe ammassando truppe nel deserto a sud di Sirte e verso Bani Walid; starebbe pianificando a breve il lancio di grosso attacco dal deserto come inizio di un’offensiva con un grosso obiettivo. Ovviamente in rete non viene indicata quale città o zona sarà area di mira.  Daesh avrebbe 12mila uomini in Libia, ovvero abbastanza per attaccare una grande città. Questi numeri cozzano non poco con quelli fino ad ora indicati in conti più o meno precisi che ne danno una forchetta tra i quattromila e i seimila in tutto il paese. Forse però nel corso degli ultimi mesi sono arrivati rinforzi da fuori, da altri scenari, in particolare quelli mediorientali e dai vicini.

Comunque, sembra difficile dare certezze ma solo fare delle ipotesi su quale città o zona verrà attaccata. L’obiettivo potrebbe essere riprendere Sirte, una città purtroppo però distrutta anche se dall’alto significato. Si può pensare che ad oggi gli obiettivi presi in considerazione sono tre: Misurata, Bani Walid e la zona di Al Jufrah. Misurata è sede degli “ebrei della jihad”, ovvero come viene definita Al Qaeda dallo Stato Islamico, vi sono armi e soldi in discreta quantità, è una città importante e simbolica della Libia e inoltre vi è una base piena di italiani da poter colpire. La zona di Bani Walid è già conosciuta da Daesh e dove il gruppo ha già diverse basi. Prendendo la città, Daesh potrebbe decidere di installarsi definitivamente in una zona da dove non sarebbe facile sloggiarlo poiché è un’area montagnosa, da sempre zona di scontro tra milizie arabe e berbere. Inoltre la zona di Bani Walid è una sorta di crocevia verso il sud e l’ovest, una zona di passaggio fondamentale per il contrabbando di carburante, di cui oramai Daesh sembra avere il controllo, almeno dal punto di vista della vendita dei servizi di trasporto. Infine, il deserto della zona di Al Jufrah potrebbe essere interessante, perché sarebbe la porta verso il sud del paese (quindi collegamento con l’Africa saheliana), ma anche verso i giacimenti petroliferi del bacino di Sirte dove andare a fare rifornimento e soldi.

Ad ogni modo, il LNA sembra aver preso sul serio la minaccia poiché ha deciso di mandare rinforzi nella zona dei terminal petroliferi dove le truppe stazionate sono anche state messe in stato di massima allerta. Si apprende ad esempio che il 210° Battaglione del LNA afferma è stato raggiunto dal Battaglione dei martiri di Buhliqa per respingere qualsiasi attacco dei Khargiti o delle milizie.

Redazione

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