LIBIA. Haftar si gioca la carta internazionale combattendo il terrorismo

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Haftar rientra dalla Russia a Bengasi e c’è chi dice, come il Gran Mufti Ghariani, leader del Congresso Nazionale Generale (GNC) che ha avuto promesse di armi leggere per Bengasi e Derna.

Il Generale non ha commentato le accuse anzi, per non scontentare l’opinione internazionale a seguito delle varie richieste da parte della Corte penale internazionale e di una parte della comunità internazionale, ha fatto mettere in stato di arresto Mahmud Al Warfali, comandante delle forze speciali Al Saiqa, accusato di crimini di guerra, ma per non scontentare i suoi ha detto che non lo consegnerà al Procuratore Militare Libico che ha emanato un mandato di arresto a partire dal 2 agosto scorso.

In realtà Haftar sta cercando di prepararsi per una nuova azione militare che lo vedrà impegnato ancora una volta contro ISIS, ma nella zona centrale del Paese. Secondo il portavoce delle milizie BAM Mohamed al Ghasri, che sta a sud di Sirte, Daesh si starebbe radunando nella zona centrale del paese, senza meglio specificare dove. Secondo Al Ghasri i numeri di Daesh sarebbero di circa mille unità. Secondo quanto indicato dalla commissione anti terrorismo delle Nazioni Unite, sarebbero invece tra le 400 e le 700 unità. Quello che sembra chiaro è che, come sottolinea un account locale, Daesh starebbe trovando proprio nella zona centrale un paradiso per moltiplicarsi giorno dopo giorno. Proprio per questa imminente minaccia, sempre via social, si apprende che LNA, guidato da Haftar, ha da tempo in linea di mira proprio la zona di Bani Walid per continuare da un lato la sua avanzata verso Tripoli e dall’altro la lotta al terrorismo. Daesh potrebbe già avere esteso la sua zona di operazioni più a sud nella valle di Al Shati, dove viene riportato un attacco a sorpresa alla 12° Brigata presso la base aerea di Birak Al Shati.

Se il Generale vince la guerra contro Daesh, senza l’aiuto delle milizie di Misurata, potrebbe avanzare nuove richieste nello scacchiere internazionale e aumentare il suo potere in Libia, cosa non gradita al governo di Tripoli.

Tommaso dal Passo