Che ha fatto finora Zeidan?

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LIBIA – Tripoli 14/09/2013. Alla luce del modello economico peculiare adottato dal precedente regime, La Libia non ha mai sviluppato una classe media in grado di risparmiare denaro da utilizzare per finanziare le imprese ed economia privata.

Come risultato, afferma al Hayat, la Libia non ha avuto uomini d’affari che si sono evoluti sul modello dei paesi ricchi di petrolio del Golfo. Nessuna azienda privata è stata mai creata in grado di operare sia nel settore petrolifero che in quelli non petroliferi. Il governo di Ali Zeidan noisette di affermare l’importanza di garantire sicurezza e armonia sociale, disarmando i gruppi militanti e sottolineando l’importanza di riformare i servizi, così come il settore del petrolio.

Ma che ha fatto fino ad ora? Il Paese soffre ancora per la presenza di un numero imprecisato di armi e fazioni militanti dissidenti. Il settore petrolifero, nel frattempo , è afflitto da tentativi di sabotaggio attraverso scioperi o vendita di petrolio a beneficio di fazioni ribelli.

La Libia produce circa 1,6 miliardi di barili di petrolio al giorno, che, sulla base dei prezzi correnti, dovrebbero tradursi in ricavi annuali di 60 miliardi di dollari. Ma il tasso di produzione è instabile, con arresti nella produzione, nell’esportazione e nelle raffinerie. Tutto questo porta a carenze nella quantità di carburante necessario per il consumo interno.

I livelli di produzione sono diminuiti a partire dall’inizio della rivoluzione del febbraio 2011. Ma , alla fine dello scorso anno, la produzione aveva presto recuperato giungendo a livelli normali ed aveva raggiunto gli 1,6 miliardi di barili al giorno, facendo incamerare proventi che sono il 98% del reddito sovrano del paese.

La Banca Centrale della Libia prevede che l’economia cresca tra il 16% e il 18% nel corso del 2013, mentre il Fondo monetario internazionale ha predetto che il tasso di crescita sarà al 20%. Ma queste previsioni sono attendibili? Potranno diventare realtà se la situazione politica dovesse stabilizzarsi, con la sicurezza diffusa nel paese e il controllo centrale sul settore petrolifero.

La natura dell’economia libica impone che il governo e le istituzioni del settore pubblico aumentino la spesa in questo periodo cruciale per lo sviluppo sociale e politico dopo la fine del regime di Gheddafi. Nel 2012, il governo aveva stanziato 68 miliardi dollari per la spesa pubblica, nella forma di spese correnti o d’investimenti destinati a migliorare le condizioni di vita, fornire opportunità di lavoro e ricostruire le infrastrutture del paese e il settore dei servizi pubblici.

Lo Stato dovrebbe ripristinare il ruolo delle istituzioni di sicurezza e giudiziarie, mettendo fine al caos generato dalle milizie sorte con la rivoluzione. Un gran numero di libici ha le qualifiche necessarie per guidare l’economia libica nel percorso corretto, sia manageriali che finanziarie con la costituzione di società nazionali e istituzioni che svolgano un ruolo fondamentale in tutti i settori economici vitali.