Chi gestisce la sicurezza in Libia?

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LIBIA – Bengasi 10/6/13. Il governo libico vive ancora il problema di gestire al meglio l’ordine pubblico e di disarmare o integrare in qualche modo le milizie che hanno combattuto contro le forze di Gheddafi.

Il Capo di Stato Maggiore dell’esercito libico Maggiore Generale Yousef al-Mangoush è dimesso dopo gli scontri avvenuti a Bengasi l’8 giugno in cui sono morte 31 persone e 117 sono rimaste ferite (video Al Jazeera e Bbc
Gli scontri sono scoppiati quando circa 200 manifestanti hanno preso d’assalto una la base principale della Deraa 1, una milizia filo-governativa.
I manifestanti chiedevano lo scioglimento delle milizie e la loro sottomissione alla Difesa libica. Le milizie hanno assunto un ruolo importante nell’assicurare la sicurezza in Libia dopo la caduta dell’ex presidente Muammar Gheddafi.
Deraa 1 è direttamente sotto il controllo del Capo di Stato Maggiore, il generale Yousef al-Mangoush che ha la reputazione di essere filo-islamista. La Deraa 2, al contrario, è considerata più in sintonia con i federalisti laici.
Mangoush era sempre più oggetto di critiche per non aver esercitato alcun controllo sulle milizie libiche. Prima di dare le dimissioni, l-Mangoush ha ordinato alle milizie di lasciare le loro quattro basi a Bengasi. Ad oggi i leader delle milizie sembrano essere entrati in clandestinità.
La Deraa è stata un’organizzazione particolare tra le molte emerse dalla rivolta contro il colonnello Gheddafi. Anche se la milizia era fuori dal controllo del governo, i suoi leader si sono sempre distinti nell’offrire i propri servizi per aiutare sedare disordini regionali. Il governo l’avevan definita milizia “legittima”, diventato un modello per unaserie di altre formazioni, che avevano adottato i nomi di Deraa 2, 3, 4 etc.
Ma, così come il governo di transizione dipendeva dalla Deraa, i capi della milizia utilizzavano loro influenza per condizionare il governo, a maggio imposero una legge che impediva agli ex alti funzionari del governo di Gheddafi di ricevere incarichi pubblici per 10 anni. La legge avrebbe avuto l’effetto di rendere impossibile per molti tra i principali oppositori civili del regime la partecipazione alla costruzione della nuova Libia. Per far passare il provvedimento, i miliziani armati circondarono i ministeri della Giustizia e degli Affari Esteri e il Parlamento, minacciando implicitamente l’uso della forza (AGC Communication: Libia, uomini armati vicino al palazzo del Parlamento)