LIBIA. Dabaiba svende alla Turchia

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Le Nazioni Unite, secondo la social sfera libica, durante la prossima sessione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni, il 21 ottobre, discuterà la situazione in Libia e sarà ascoltato un primo rapporto dal nuovo Rappresentante nel paese, Abdoulaye Bathily. L’ex consigliere delle Nazioni Unite in Libia, Stephanie Williams, ha indicato che il Consiglio di sicurezza ha adottato una risoluzione per porre fine alla fase di transizione nel giugno 2022. L’ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite, Linda Thomas Greenfield, ha incontrato il Rappresentante delle Nazioni Unite in Libia, Abdoulaye Bathily, e ha affermato il sostegno degli Stati Uniti agli sforzi della missione delle Nazioni Unite in Libia. Il Consiglio di Sicurezza potrebbe rinnovare il mandato del GNU di altri 12 mesi. Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) ha annunciato che continua a fornire servizi di salute a Sebha, Tripoli e Bengasi attraverso unità mediche mobili.

Un nulla di fatto quindi che non inciderà minimamente nella politica interna libica e soprattutto non sarà di sostegno al processo politico che dovrebbe traghettare la Libia verso nuove elezioni elezioni.

Di rilevante in Libia però, in settimana, c’è stata la sigla, lunedì scorso del Memorandum of Understanding – MoU tra il GNU e il governo turco. Sigla che allontana ancora di più l’Italia dall’essere protagonista da un processo strategico in Libia e con essa allontana anche l’Europa.

La Turchia continua a prendere il controllo della Libia e delle sue attività economiche. Alcuni parlano di annessione, ma di fondo non ce n’è bisogno, anzi, per Ankara avere uno stato alleato e dipendente con importanti risorse da saccheggiare è più che utile. L’accordo firmato tra GNU e Turchia si riassume in tre punti: il quadro generale politico e strategico dell’accordo le posizioni interne e le opposizioni europee. Per esempio, sulla social sfera si è parlato della rivendicazione marittima tra Libia e Turchia sulla base dell’accordo del 2019 che non è in linea con la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare – UNCLOS, che però nessuno dei due ha ratificato.

È interessante notare che Shuhaibar al Dabaiba ha trasferito 10 milioni di euro dai conti del Ministero della Difesa depositandoli nei conti dell’ambasciata libica ad Ankara in concomitanza con la firma dell’accordo.

E ancora si è parlato di cooperazione in progetti finalizzati allo sviluppo e utilizzo degli idrocarburi. I progetti comprendono esplorazione, produzione, trasporto, raffinazione, distribuzione e commercio e le parti devono sostenere l’attuazione dei progetti della Turkish Pipe Company e dei suoi partner.

Secondo i rumors della social sfera, nessuno sa cosa Dabaiba abbia firmato e nessuno ne conosce i termini reali oltre al fatto che Dabaiba non è in posizione di autorità per firmare qualcosa e sua unica ragione di vita sarebbe organizzare elezioni. Eppure il primo ministro del GNU ha indicato che è stato lieti di ricevere l’amichevole delegazione della Turchia, e di firmare diversi accordi che servono i più alti interessi del popolo libico.

Infine la questione dell’addestramento militare. Secondo una account locale, il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, nel suo incontro con Dabaiba ha indicato che la Turchia è un paese amico e fraterno con relazioni basate su radici storiche e culturali che risalgono a 500 anni fa e le forze armate turche presenti nel paese non sono da considerarsi potenza straniera. In generale, Dabaiba e Akar hanno discusso del rafforzamento della cooperazione militare, fornitura di armi e addestramento tra Libia e Turchia. Il presidente del Consiglio Presidenziale, Muhammad al Manfi ha indicato che è stato discusso con la parte turca dell’avanzamento del processo politico attraverso le elezioni legislative e presidenziali.

Il giornalista al Hassi continua la sua azione di informazione dopo essere stato cacciato dal canale televisivo 128 su ordine del GNU. Al Hassi ha indicato che l’accordo imporrà nuova realtà ai libici e agli europei e che l’attuale accordo non significa un supporto a Dabaiba da parte turca. Anzi, la firma repentina significa che turchi credono che il GNU abbia vita breve e avevano bisogno di un accordo per negoziare con il governo successivo. Quindi i turchi trasformeranno l’accordo in un fait accompli. Questo è confermato dal fatto che la NOC è oggetto del 90% dell’accordo, ma il suo capo non è mai stato chiamato in causa e il ministro di riferimento non era neanche presente al momento della firma.

Ad ogni modo, secondo un account locale, la Turchia ha dimostrato nuovamente la sua capacità di prendere rischi calcolati aumentando propria influenza in Libia rafforzando interessi strategici nel Mediterraneo. Si tratta di un approccio in contrasto con la strategia avversa al rischio degli stati europei. I turchi sono riusciti a raggiungere due obiettivi: firmare l’accordo il 3 ottobre cento anni dopo la firma del trattato di Losanna che consegnava la Libia all’Italia e ottenere il permesso dall’Unione Europea di fare quello che Ankara vuole in Iraq, Siria e Azerbaidjan confermando carta del ricatto dei migranti. Così facendo però vi è il rischio di un’escalation del conflitto in acque Mediterranee e in Libia.

Tommaso Dal Passo