Media locali libici e belgi, da giorni, anche attraverso i social media, stanno seguendo il caso dei fondi libici congelati utilizzati da diversi Paesi europei impropriamente. Nell’occhio del ciclone, in Belgio, è il ministro degli Esteri Didier Reinders, accusato di aver svolto un ruolo nel caso dei fondi libici congelati in Belgio, le cui entrate sono state liberate a beneficio delle “milizie armate” libiche.
Rinders ha ricoperto il ruolo di ministro delle Finanze fino al 6 dicembre 2011, in quel periodo avrebbe esercitato intense pressioni per ottenere compensi per le società belghe in Libia, i cui investimenti sono stati influenzati dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi. I media hanno poi evidenziato che Rinders si è difeso diverse volte sottolineando che non può essere ritenuto responsabile per il rilascio dei benefici dei fondi libici congelati in quanto non era il ministro delle Finanze nel 2012, la data in cui è iniziata la liberalizzazione dei fondi dalla banca Euroclear al ritmo di 300 milioni di euro l’anno.
La questione dei fondi libici ha contribuito al deterioramento della reputazione del ministero degli Esteri belga, che ha reagito alle accuse fornendo vaghe spiegazioni citando la risoluzione delle Nazioni Unite, che prevedeva il congelamento dei fondi Libici dopo la caduta del Il regime di Gheddafi. È stato evidenziato che il ruolo dell’attuale ministro degli Esteri rimanga ambiguo poiché alcuni documenti indicherebbero come abbia continuato, nonostante non fosse nel ministero delle Finanze, a seguire la questione dei fondi libici fino al 2013, quando Rinders istituì gruppi di pressione per ottenere un risarcimento per le società nazionali colpite dalla guerra in Libia.
È interessante notare che le autorità giudiziarie belghe hanno aperto un’indagine sull’argomento, durante il quale ha ascoltato la testimonianza di Mark Monbalio, un alto funzionario del ministero delle Finanze, che a sua volta ha confermato l’esistenza di legami tra Renders e il caso dei fondi libici.
In una dichiarazione scritta rilasciata il 23 novembre, 178 personalità libiche tra cui diplomatici, giornalisti, attivisti, ex funzionari e politici, hanno accolto l’iniziativa dei membri del parlamento belga di ritenere il ministro delle Finanze del governo belga e altri Ministri responsabili dell’attribuzione dei fondi congelati a soggetti terzi: «Quello che è accaduto ai fondi libici congelati in Belgio, che è accaduto nel Regno Unito, Germania, Italia e Lussemburgo, non può essere considerato separatamente dal saccheggio sistematico della ricchezza libica in patria e all’estero e dal riciclaggio di fondi rubati in forma di investimenti e acquisti di proprietà in diversi paesi e con la consapevolezza dei loro governi, in chiara violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza e della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione».
Luigi Medici