LIBANO. Teheran tende una mano a Beirut. Si inaspriscono i rapporti con Tel Aviv

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In un’intervista ad Al-Manar TV, l’ambasciatore libanese a Teheran, Hassan Abbas, ha confermato che c’è una decisione politica nella Repubblica islamica di aiutare il Libano, sottolineando che il clima dei colloqui della delegazione libanese a Teheran era positivo. Ha dichiarato: «Abbiamo visto la determinazione da parte iraniana di completare la donazione il prima possibile e le cose stanno andando in modo positivo. Ha sottolineato che la delegazione libanese ha discusso questioni in cui si potrebbe cooperare nei settori della produzione e distribuzione di elettricità e abbiamo notato che potrebbe esserci una cooperazione nel campo dell’energia elettrica».

Secondo le fonti dell’ambasciata iraniana a Beirut, le navi di carburante partiranno da Teheran verso i porti libanesi tra circa due settimane. Le fonti hanno aggiunto che la delegazione libanese che discute con i funzionari iraniani l’attuazione della donazione è a Teheran da sabato. Inoltre si apprende da fonti ufficiali che il ministro degli Esteri libanese Abdullah bou Habib incontra il suo omologo iraniano Hussein Amir Abdollahian a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

Le discussioni con gli iraniani, secondo al Manar, hanno affrontato tre questioni principali: la donazione di carburante, la riparazione delle centrali elettriche e la costruzione di nuove centrali. Vale la pena notare che il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hasan Nasrallah, aveva offerto alle autorità libanesi la donazione iraniana sulla base della relazione strategica tra il Partito della Resistenza e la Repubblica Islamica.

La donazione che il governo iraniano ha offerto è di 600.000 tonnellate di carburante, suddivise in 5 mesi. Il Libano riceverà 120.000 tonnellate al mese, come richiesto dalla parte libanese.

Il Libano invece è ancora in attesa di una firma con Israele per quanto concerne la questione dei confini marittimi. Vari media e analisti politici israeliani hanno ironizzato sulla dichiarazione del governo israeliano secondo il quale l’estrazione di gas dal giacimento di Karish inizierà a prescindere dall’accordo indiretto con il Libano sulla demarcazione del confine marittimo.

Gli ambienti israeliani hanno confermato che Hezbollah è riuscito a imporre le sue formule alla parte israeliana in merito alla disputa marittima, aggiungendo che le minacce di Sayyed Nasrallah sono il principale fattore preso in considerazione dai decisori di Tel Aviv.

L’esperto di affari arabi Zvi Yehezkeli ha affermato che il rinvio dell’estrazione del gas da Karish non è tecnico, come annunciato, aggiungendo che le minacce di Nasrallah riguardano “Israele”. Secondo l’esperto militare israeliano Roi Sharon, l’istituzione di sicurezza israeliana è preoccupata di dover affrontare altri atti provocatori di Hezbollah, come il volo di droni sull’impianto di Karish.

Sono sempre più diffuse, poi, le voci della possibile ripresa di un conflitto tra Israele e Libano.

Maddalena Ingrao