Libano, nuova porta iraniana verso il mondo arabo?

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La repubblica islamica di Iran si è recentemente offerta di costruire una diga nei pressi di Tannourine, località dentro il cuore cristiano del Libano.

Molto più a sud, a Beirut, gli iraniani hanno aiutato a ricostruire i sobborghi rasi al suolo sei anni fa dalle bombe israeliane: ilm termine dei lavori è stato segnalato da una grande festa popolare sostenuta da Hezbollah. La volontà di Teheran di investire in Libano, proprio quando le sue finanze sono sotto pressione dalle sanzioni, dimostra quanto sia preoccupato il regime degli ayatollah alla prospettiva di veder cadere Bashar Assad. Per l’Iran, la Siria è il ponte versoi l mondo arabo e un  partner cruciale nel confrontarsi con Israele. Ma la Primavera araba ha sconvolto i calcoli di Teheran e Assad non riesce a piegare una rivolta che dura da 14 mesi. L’Iran quindi sta cercando, secondo molti analisti dell’area, di cambiare Paese d’interesse, non solo finanziando i progetti di ricostruzione ma anche intensificando i legami culturali, militari e economici col Libano. La sfida per Teheran è vincere la diffidenza dei libanesi che vedono gli aiuti iraniani come una penetrazione in vista di una nuova colonizzazione piuttosto che come espressione di buona volontà e amicizia. il Vice premier iraniano, Mohammed-Reza Rahimi, è arrivato poco tempo fa in Libano con un fasci odi progetti di aiuti per il Libano, ritenuti imbarazzanti perché sovrapponibili quasi del tutto a quelli fatti da Teheran per l’Iraq. 

Ma il Libano, frammentato al suo interno, non è la Siria. Quest’ultima guidata nominalmente da una setta sciita, aveva rafforzato il suo legame con il regime sciita di Teheran in funzione anti sunnita cioè in contrapposizione ai regimi sunniti come quello dell’Arabia saudita.

Nella stampa legata a Hezbollah, i costi per la ricostruzione delle zone popolari di Beirut vengono individuati in 400 milioni di dollari, metà dei quali può essere fornita brevi manu da Teheran. La sponsorship per la diga è il passo successivo: colmare la fame di energia elettrica dei libanesi. La diga di Tannourine è ferma nelle pastoie della politica libanese da tempo. La forte presenza cristiana nell’area si è detta contraria alla presenza di società iraniane, forse legate alle Guardie della Rivoluzione.