LIBANO. Blackout totale a settembre

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Secondo la testata Asharq Al-Awsat, il Libano è minacciato di un’interruzione quasi totale dell’elettricità, a partire dal prossimo settembre. Le autorità libanesi stanno cercando di evitare il ripetersi del buio più completo a causa di un’interruzione di corrente quasi totale, a partire dal prossimo settembre, con la fine di un contratto per la fornitura di petrolio greggio dall’Iraq e lo scambio con carburante per il funzionamento delle centrali elettriche, che ha spinto il ministro dell’Energia ad interim, Walid Fayyad, a dialogare con i funzionari iracheni, con l’obiettivo di raggiungere un meccanismo per prolungare il contratto per un altro anno.

Il Libano ha bisogno di circa 3.000 megawatt di elettricità e la sua produzione è stata recentemente limitata alle centrali idroelettriche, “che hanno una capacità produttiva di circa 100 megawatt”, e alle stazioni funzionanti con il carburante fornito dall’accordo con il governo iracheno. Da agosto 2021 il Libano ha iniziato ad attuare l’accordo per ottenere spedizioni di greggio, che sarà scambiato con compagnie straniere con circa 40.000 tonnellate al mese di carburante operanti nelle stazioni di produzione, secondo quanto riportato dal quotidiano Al-Sharq al-Awsat.

Fonti libanesi che hanno familiarità con il fascicolo dell’elettricità hanno rivelato che il Libano è minacciato di un’interruzione quasi totale dell’elettricità a partire dal prossimo settembre nel caso in cui il contratto con l’Iraq non venga esteso o venga garantita un’altra alternativa per il carburante e la tariffa dell’elettricità venga aumentata per consentire il società di continuare e garantire il prezzo del carburante e pagarlo ai fornitori. Le fonti hanno riferito ad Asharq Al-Awsat che finora “sono in corso lavori con la parte irachena principalmente per garantire la continuità della fornitura elettrica”, che si è ridotta a pochissimi livelli, non superando le quattro ore al giorno in alcune aree, e raggiungendo solo due ore in altre zone.

I cittadini sono scesi in piazza molte volte contro il governo che non riesce a trovare una soluzione alla questione. A riparare la dose nelle ultime settimane la posizione di Hezbollah, che attraverso il suo leader Nasrallah ha minacciato Israele per la questione dei confini marittimi che darebbe al Libano la sua porzione di giacimento di gas da sfruttare. Il Vice Presidente della Camera dei Rappresentanti, Elias Bou Saab, dal Palazzo Repubblicano: ha riferito che il mediatore statunitense per la questione del gas Hochstein si è trasferito in Israele il giorno in cui ha lasciato Beirut e non vi è più tornato. «Stiamo dando seguito a questo fascicolo e siamo in contatto con lui su questo argomento. L’attacco alla Striscia di Gaza ha ritardato il fascicolo sulla questione dei confini marittimi, e non abbiamo molto altro tempo, e per mantenere la stabilità, il termine dovrebbe scadere prima di settembre».

Antonio Albanese