L’Europa riduce la pressione sullo Zimbabwe, ma non su Mugabe

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Lunedì i ministri degli Esteri dell’Ue si sono riuniti per discutere sul divieto in vigore da dieci anni di fornitura di aiuti allo sviluppo per il governo dello Zimbabwe.

L’Assistenza al paese, attualmente, arriva solo attraverso canali non-governativi. La decisione non avrebbe alcun effetto finanziario immediato, ma permetterebbe allo Zimbabwe di partecipare ai piani di sviluppo dell’UE per il 2014-20. I Ministri, inoltre, si sono resi disponibili a sostenere “un significativo” snellimento del congelamento dei beni e del divieto di viaggiare entro la fine dell’anno, a condizione che venga indetto un referendum per una nuova Costituzione dello Zimbabwe. L’UE ha iniziato ad alleggerire le sanzioni l’anno scorso, come riconoscimento ai progressi del paese verso la democrazia. Nel mese di febbraio, il divieto di viaggiare e il congelamento dei beni erano stati sospesi per 51 funzionari e 20 aziende, e due ministri pro-Mugabesono stati autorizzati a recarsi a Bruxelles per colloqui. Mentre restano ancora in vigore misure ristrittive per 112 funzionari e 11 società. I Diplomatici europei insistono sul fatto che non ci sarà revoca delle sanzioni per Mugabe e il suo entourage.