Lettonia: minimo salariale avventato

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LETTONIA – Riga. Il primo ministro lettone Valdis Dombrovskis, in risposta alla proposta del difensore civico Juris Jansons, ha affermato che l’obbiettivo di portare il salario minimo in Lettonia a 303 lats, ossia 428 euro, è irrealistico rispetto alle effettive possibilità dell’economia dello stato baltico.

Lo scorso 26 febbraio, il governo aveva infatti sottoscritto una replica del ministro delle politiche sociali al difensore civico, dove si affermava che nell’attuale situazione economica del paese vi sarebbe stata la possibilità per il 2014 di effettuare un incremento del salario minimo. Secondo le valutazioni concertate del ministro delle finanze e del ministro delle politiche sociali, l’eventualità di un sensibile incremento della soglia minima è concreta, ma non sostanziale. Si parla infatti di un aumento di 25 lats, che ha già ricevuto forti obiezioni dalla Confederazione dei Lavoratori Lettoni, che non sembra accettare un sistema di incrementi graduali, capace di bilanciare gli interessi delle parti sociali e la competitività del paese nel costo della forza lavoro rispetto agli altri stati baltici, con il diritto ad un’adeguata retribuzione. Il difensore civico, considera inoltre il salario minimo lettone, lontano dall’equità enunciata dalla Carta Sociale Europea nella versione rivisitata, che la stessa Lettonia, seppur parzialmente, sta pianificando di ratificare. Evidente nelle parole di Jansons, l’intenzione del governo di sottrarsi dal portare i lats di corresponsione minima da 200 a 300, evitando di includere il diritto personale ad un’equa retribuzione negli articoli oggetto di ratifica nella Carta. Tra disegni di sviluppo sociale e proiezioni internazionali, propositi e limiti economici, la contesa appare ambigua. Nonostante lo stesso governo abbia tra le varia dichiarazioni affermato che il salario minimo dovrebbe attestarsi sui 303 lats – in linea con il difensore civico- ha infatti aggiunto che la Lettonia non potrà ratificare un articolo del genere; perché, in tal caso per garantire uno standard di vita dignitoso, il salario minimo dovrebbe essere pari almeno al 66% del reddito nazionale, oppure al 68% della media salariale su base nazionale. Si arriverebbe nel primo caso a 303 lats, nell’altro a 360 lats, soglie a quanto pare non ancora sostenibili dall’economia Lettone.