RUSSIA. L’espansionismo russo in Africa fa le scarpe a inglese e francesi

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Il Gruppo Wagner, pmc russa fondata da Yevgeny Prigozhin, è fortemente impegnato in una serie di conflitti e crisi di sicurezza in Africa occidentale. Già coinvolto in Libia, Repubblica Centrafricana, Mozambico, Mali, Sudan e Madagascar, il Gruppo Wagner è impegnato nell’addestramento, nella lotta contro le forze antigovernative e nella repressione delle proteste in divers aree di conseguenza, a sostegno del tentativo della Russia di soppiantare l’influenza delle ex potenze coloniali francese e britannica in Africa.

Il Mali, un Paese al centro dell’estremismo jihadista del Sahel, ha “giurato fedeltà” alla Russia a scapito della Francia, che ha terminato le sue operazioni nel Paese ad agosto, nonostante nove anni e un costo totale di miliardi di euro per sostenere le sue forze armate.

Nel frattempo, nel vicino Burkina Faso, il capitano Ibrahim Traore ha preso il potere con un colpo di Stato il 30 settembre, adducendo come motivazione il deterioramento della situazione della sicurezza in Burkina Faso. Il colpo di Stato è avvenuto solo nove mesi dopo che il tenente colonnello Paul-Henri Damiba aveva rovesciato il precedente regime in modo simile. Quello del 30 settembre è stato il decimo colpo di Stato da quando il Paese dell’Africa occidentale ha ottenuto l’indipendenza nel 1960.

Il governo del Burkina Faso controlla solo il 60% del Paese. Gli attacchi terroristici, soprattutto da parte di gruppi islamici armati, sono stati responsabili di un crollo quasi totale della sicurezza in molte regioni. Nei primi 100 giorni di presidenza di Damiba, ci sono stati 610 attacchi terroristici che hanno causato 567 vittime.

Prigozhin si è congratulato con Traore dopo il colpo di Stato, definendolo «un figlio veramente degno e coraggioso della sua patria (…) Il popolo del Burkina Faso era sotto il giogo dei colonialisti, che derubavano la popolazione e facevano i loro giochi ignobili, addestravano e sostenevano bande di banditi e causavano molto dolore alla popolazione locale», ha dichiarato.

La dichiarazione di Prigozhin riflette il sentimento anti-francese e filo-russo in Burkina Faso, e in tutta l’Africa occidentale, che ha fatto il gioco del Gruppo Wagner, nonostante le accuse rivolte al gruppo. Mosca può ancora brillare come difensore contemporaneo dell’identità dell’Urss, di campione contro l’imperialismo.

Il 1° ottobre, Traoré ha dichiarato alla televisione di Stato che i francesi avevano dato rifugio a Damiba, affermando che si riteneva che Damiba «si fosse rifugiato nella base francese di Kamboinsin per pianificare una controffensiva per creare problemi alle nostre forze di difesa e di sicurezza». Il governo francese ha smentito categoricamente, ma l’accusa di Traoré è diventata virale e ha portato a un aumento dei disordini sociali, culminati nell’incendio dell’ambasciata francese lo stesso giorno.

Ci sono state anche manifestazioni antifrancesi a Bobo-Dioulasso, la seconda città del Paese, dove il cancello dell’Istituto francese sarebbe stato incendiato dai manifestanti.

Ci si chiede chi ci sia dietro la disinformazione sui social media e chi finanzi le manifestazioni e il colpo di Stato: per molti la risposta è nel gran numero di bandiere russe apparse nelle strade della capitale.

Sebbene non vi siano prove dirette che colleghino il Gruppo Wagner a quest’ultimo colpo di stato, la pmc russa sembra pronta ad approfittare dei disordini per stabilire un’altra base in Africa e una testa di ponte per la Russia nell’area a dispetto della presenza storica USA.

Graziella Giangiulio