ISIS. L’eco di Kabul

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A pochi giorni dall’attentato di Kabul, il cui numero delle vittime è ancora incerto: le autorità parlano di 100 persone coinvolte tra morti e feriti, ISIS nei suoi comunicati di rivendicazione postati on line dopo un’ora parlava di 100 tra morti e feriti mentre in quello conclusivo asseriva che tra morti e feriti si contavano 400 persone. L’ospedale ha in effetti 400 posti letti. E i 5 attentatori di ISIS due tragici uno di Kabul, uno di Herat e uno di nazionalità incerta, probabilmente pakistano, hanno assaltato gli ultimi piani dell’ospedale, falciando le vittime: medici, infermieri, visitatori, pazienti stanza per stanza. Un atto crudele da cui si sono subito dissociati anche i talebani che in Afghanistan stanno riprendendo giorno dopo giorno interi distretti alle forze regolari afghane. ISIS, invece, ha fatto di questo atto efferato gesto un motivo di vanto e ha impostato tutta la comunicazione di questi giorni sul fatto che il Califfato avrebbe dato uno schiaffo ai talebani, agli USA e al governo afghano. A meno di 400 metri dall’ospedale infatti si trova l’ambasciata Americana che dovrebbe essere un luogo super controllato. E ancora l’ospedale attaccato da ISIS, il Sardar Mohammad Khan è un ospedale militare. Un obiettivo dunque da ISIS scelto per le sue caratteristiche: il cuore della sicurezza afghana. E ancora ISIS nei suoi comunicati ha asserito che i suoi “cinque cavalieri della Shahada” sono arrivati all’ospedale dove uno si è fatto saltare per aria all’ingresso per dare libero accesso alla struttura agli altri 4 che sono saliti ai piani alti per non essere facilmente intercettati. E dove uno di guardia sul tetto, uno di guardia alle scale e due che uccidevano nelle stanze. Un piano dunque a lungo elaborato anche perché l’aggressione è durata oltre 6 ore. E in sei ore di persone, purtroppo se ne uccidono parecchie. Rimane una domanda e un interrogativo: se le forze special afghane parlano di tre attentatori uccisi, uno si è fatto esplodere. Dove è finito il quinto di cui parla ISIS?  La certezza invece, agli occhi di noi analisti e giornalisti è che ISIS stia modificando i suoi piani di conquista, lasciando da parte Siria e Iraq e spostandosi in Asia centrale con Afghanistan e Pakistan in pole positition. E ancora nel mirino Bangladesh, Filippine, Yemen, Nigeria, Sinai e Bosnia. Alla luce di queste nuove mire si legge anche la vecchia propaganda che da alcune settimane è sottotitolato in: Pastho, bengalese, bosniaco, filippino.

Redazione

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