La Russia entra nel Wto

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La camera alta del Parlamento russo ha ratificato l’accordo per l’entrata della Federazione nel Wto, nonostante una forte opposizione nel Paese.

Il Consiglio federale, infatti, ha approvato il 18 luglio, il protocollo d’entrata il cui iter era iniziato 18 anni fa. La Duma, la camera bassa, l’aveva approvato la settimana precedente, dopo un pesante dibattito parlamentare che ha visto votare contro tutte le opposizioni parlamentari secondo le quali questo accordo ucciderà l’industria manifatturiera e agricola del Paese. Precedentemente, la Corte costituzionale aveva rigettato la mozione di 130 parlamentari d’opposizione contro l’entrata nel Wto. Negli anni anche il sostegno dell’opinione pubblica è andato scemando costantemente: se nove anni fa il sostegno era del 59% oggi, stando ad un recente sondaggio, si è scesi al 39%. La federazione dovrà tagliare i dazi d’importazionee secondo il ministro per l’Economia, Andrtei Belorusov, il Paese potrebbe perdere fino a 445 miliardi di rubli (14 miliardi di dollari) nei prossimi due anni, perdite, ha poi aggiunto, bilanciabili con l’incremento dell’export.

Le opposizioni dicono che la Federazione russa entra nel Wto a condizioni peggiori di quelle previste per altre economie emergenti. Secondo il Wto entro il 2020 la produzione agricola della Russia declinerà del 28% e il settore manifatturiero perderà una percentuale pari a un 1/3 della produzione attuale. Il governo russo spera che l’entrata nel Wto faciliti la modernizzazione dell’economia del Paese oggi troppo dipendente dal settore commodity. Il Wto ha comunque fatto sapere che la Russia resterà comunque un fornitore di di materie prime per l’economia globale perché il settore estrattivo è l’unico a non essere colpito dalle condizioni d’entrata imposte dal Wto. Mosca entrerà nel Wto solo trascorsi 30 giorni dalla firma del decreto del presidente Putin.