La nuova politica industriale kazaka

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kazakhistan inv 1KAZAKHSTAN – Astana. 22/11/13. Gli indicatori di performance economica inerenti il Kazakhstan hanno fatto registrare un’ascesa degna di nota a partire dalla sua dichiarazione di indipendenza del 1991. Tra il 1993 e il 2012 il PIL kazako è cresciuto da 696$ pro-capite sino a oltre 12.119$; con un rate di circa il 7,2% annuo in termini reali.

La quasi totalità dei settori economici – beni e servizi – ha contribuito a questo sviluppo. In particolare, tra il 2002 e il 2012 i dati più rilevanti sono stati inerenti il settore estrattivo (+170%), manifatturiero (+180%), edile (+300%), delle telecomunicazioni (+750%)  e dei trasporti (+190%).
Tali risultati sono stati possibili grazie alla complementarietà di politiche economiche dedicate e clima favorevole al recepimento di investimenti diretti esteri (IDE). Quest’ultimi, tra il 1993 e il 2012, hanno contribuito con circa 170 miliardi di dollari; coadiuvati sinora da una stabilità macroeconomica e una gestione degli introiti provenienti dal settore petrolchimico, garantiti da un Fondo Nazionale con asset che hanno raggiunto i  65 miliardi di dollari nel settembre 2013. L’attuale obbiettivo di sviluppo strategico kazako è pertanto legato alla stabilità di lungo periodo, assicurata da una mirata diversificazione economica ed un investimento nel capitale umano; in un prospetto che potrebbe ingenerare un ulteriore volume di crescita del 45% entro il 2018.

Il successo kazako è legato, oltre al relativo rallentamento delle economie globalizzate registrato negli ultimi anni, alla sua forte dipendenza dal settore petrolifero, che dal 2010 è arrivato a costituire oltre il 60% delle sue esportazioni. È pertanto dalla diversificazione produttiva che dipenderà la sedimentazione e la stabilità di questo trend. In tal senso, a partire dal 2010, il governo kazako ha lanciato un programma quadriennale di diversificazione e sviluppo. Giunto ora alla sua seconda fase, si prefigge di trasformare la strutturazione dell’economia, enfatizzando l’industria specialistica ed innovativa. L’attuale politica di “related diversification” punta su quattro pilastri di sviluppo interrelati: energia, metallurgia e macchinari industriali, agricoltura e settore alimentare e processi chimici integrati. In una fattispecie assimilabile ad altri paesi ricchi di risorse naturali, anche il Kazakhstan affronta considerevoli difficoltà nella loro gestione, soprattutto in una prospettiva intergenerazionale. Evidentemente, la crescita del prezzo del greggio a partire dai primi anni 2000 e la mancanza in passato di incentivi governativi, non ha aiutato lo Stato nella differenziazione della sua offerta.

kazakhstan inv3Generalmente, i paesi ai primi stadi di industrializzazione producono beni  importando tecnologie dall’estero, oppure emulandole e selezionando lo sviluppo di settori già collaudati, dunque con rischi relativamente contenuti e Returns on Investments stabili.  La politica industriale kazaka, in questo stadio, non sta ancora puntando sull’innovazione tecnologica; bensì sull’identificazione da parte del settore pubblico di eventuali fattori limitanti e sul coordinamento dei precedenti fallimenti. Da parte sua, il settore finanziario in questa fase di evoluzione non è particolarmente avanzato, con sensibile carenza di istituzioni finanziarie capaci di fungere da intermediarie tra gli investimenti ed i rischi connessi ai progetti a larga scala. Questa la ragione sottesa alla mobilitazione governativa verso lo storno di risorse finanziarie domestiche oppure estere. Nei prossimi anni, al maturare del comparto economico, la politica industriale cambierà, con una maggiore sofisticazione dei prodotti e delle tecnologie industriali, passando le competenze ed il rischio dal settore pubblico al privato, con una contestuale ritrazione del ruolo del governo nell’economia. Anche il Kazakhstan nei prossimi anni, implementerà una “politica industriale indiretta”, dove il Governo selezionerà i comparti industriali da supportare, attraverso mercati finanziari privati.

La politica industriale di Astana si avvarrà prevalentemente di otto strumenti, fortemente connessi al suo attuale livello di sviluppo: incentivi fiscali, programmi di attrazione per gli investimenti, politiche di formazione, supporto alle infrastrutture, misure commerciali, bandi di concorso pubblici, meccanismi finanziari e schemi di ristrutturazione industriale.
L’investimento in capitale umano ed in innovazione sono componenti essenziali nella politica industriale di un’economia sviluppata con un settore terziario rilevante; che si troverà presto a dover offrire, formazione, ricerca e sviluppo, in linea con i progetti governativi di sviluppo kazako.
Gli IDE, manterranno la loro rilevanza nel processo di diversificazione industriale; tuttavia, se non opportunamente tarati, gli incentivi indirizzati a multinazionali estere potrebbero portare ad un aumento del fatturato di quest’ultime, senza operare l’auspicato trasferimento tecnologico al comparto industriale kazako. L’alternativa di limitarsi a pagare royalty potrebbe allora avere un effetto più incisivo sullo sviluppo di un’accettabile piattaforma tecnologica nazionale.

Il governo eserciterà un ruolo chiave nel facilitare la diversificazione economica del Kazakhstan, indirizzando il flusso di informazione e coordinando le esternalità, attraverso un programma di politica industriale indiretta.  Nella fattispecie, tale politica richiede di essere coordinata, semplificata, indirizzata e strettamente monitorata. Dato l’attuale livello di introiti kazako e la sua corrente configurazione produttiva, l’efficacia di una politica industriale tradizionale ha infatti raggiunto il suo limite strutturale. Innanzitutto, i centri di ricerca che operano per conto del Kazakhstan dovranno monitorare e misurare i risultati delle politiche industriali indirette degli altri paesi in forte ascesa, a partire dal settore finanziario; e, in tale ottica, dovranno essere rinforzate le misure a garanzia del credito, con un contestuale investimento in formazione nell’expertise della finanza.

kazakhstaninv4I progetti di politica industriale, con l’eccezione delle iniziative che coinvolgono beni strettamente pubblici, dovrebbero richiedere una maggiore partecipazione finanziaria del settore privato, interno o estero. Una manovra che non dovrebbe restare allo stadio progettuale, venendo informata a un obbiettivo integrato, con almeno il 30% dei prestiti garantiti con la partecipazione del settore privato.  In tal senso, il Kazakhstan utilizzerà le performance fatte registrare dal comparto privato per indirizzare la gestione dei suoi provvedimenti cofinanziati. Va tuttavia sottolineato come una politica industriale possa far registrare risultati fallimentari legati ai suoi ingenti costi in termini fiscali. Andranno quindi progettati degli strumenti regolamentari che possano automaticamente diminuire la pressione in caso di crisi nello sviluppo. Ad esempio, una legge di ristrutturazione finanziaria dovrebbe essere attivata, permettendo l’assicurazione dei prestiti meno performanti; abbinata ad una legislazione in grado di gestire i casi di fallimento bancario.

Allo stato attuale, l’innovazione ed il capitale umano sono i principali punti deboli della politica industriale kazaka; richiedendo lo sviluppo dell’istruzione primaria e secondaria: nonché promuovendo la crescita del settore terziario e del training on the job capace di coniugare formazione universitaria e comparto industriale. La ricerca e lo sviluppo saranno nel prossimo futuro promossi a livello governativo, attuando consorzi di imprese che sappiano sviluppare nuove tecnologie, da trasporre poi nel settore privato strettamente inteso, in una prospettiva di competizione all’interno dell’incentivazione.  I legami tra Pmi e fra Pmi e grandi imprese – sia pubbliche che private – saranno incentivati, soprattutto dato il potenziale ruolo delle Pmi di incubatori di innovazione. In tal senso, la soluzione di network degli Stati Uniti che incoraggia le interconnessioni tra portatori di interesse e sistema nazionale, potrebbe essere un buon modello per il Kazakhstan.

La politica industriale sarà allora rilevante per la promozione di settori economici che vadano oltre il manifatturiero, espandendosi all’agricoltura ed ai servizi. Implementare questi comparti potrebbe allora creare i posti di lavoro necessari ad impiegare la crescente offerta di manodopera kazaka.  L’agricoltura si evolverà sfruttando i legami con le catene di valore globali, arrivando ad interagire direttamente con la manodopera finale. I servizi, come la finanza, l’assicurazione, il settore immobiliare, l’educazione e gli investimenti saranno allora la leva attuativa di questa politica industriale indiretta.

kazakhstan inv2Il prerequisito per una politica industriale kazaka di successo, resta l’acquisizione di una stabilità economica e finanziaria. Una solida politica macro-economica ha infatti effetti significativi nel difendere la resilienza economica dagli shock esterni, soprattutto finanziari. Mantenere una quantità cospicua di riserve estere e rafforzare le politiche macroeconomiche, aiuterà di conseguenza la politica monetaria e commerciale kazaka provvedendo a stabilizzare il tasso di cambio. L’ulteriore presupposto dello sviluppo del Kazakhstan risiede nella sua rete di trasporti, di logistica e nella gestione  del sistema energetico. Infrastrutture moderne, non solo aiuteranno ad integrare il mercato domestico di un territorio estremamente vasto, ma permetteranno di affacciarsi su mercati esteri precedentemente inesplorati.