La Bolivia sta vivendo un travagliato periodo in cui di fronte al ritorno di una politica di nazionalizzazioni i gruppi industriali stranieri presenti del Paese abbandonano le sue coste.
Il governo del Paese ha già annunciatola nazionalizzazione della compagnia mineraria Colquiri, nell’ovest del Paese.
La Colquiri, che estrae zinco e piombo ed impiega 400 minatori, apparteneva alla Sinchi Wayra, società sussidiaria del gruppo minerario svizzero Glencore.
L’Amministrazione Morales aveva già nazionalizzato altre società dello stesso groppo nel 2007 e nel 2010. La nazionalizzazione del settore,sempre secondo il governo non riguarderebbe le aree gestite dalla Federazione delle Cooperative dei minatori.Queste saranno toccate solo se la stessa federazione chiederà.
I rappresentanti sindacali hanno già detto che in caso di nazionalizzazione, parlerà la piazza.
Contemporaneamente alle nazionalizzazioni, e forse proprio a causa loro, la Jindal, major indiana dell’acciaio, ha annunciato di voler abbandonare un progetto del valore di 2,1 miliardi di dollari, perché, motivazione ufficiale, il governo boliviano non ha rispettato i termini del contratto in tema di forniture di gas naturale. Se entro 30 giorni, il governo non risolverà la cosa, la Jindal si riterrà libera dai vincoli contrattuali. Si tratta di una joint venture tra la Jindal Steel & Power e il governo , firmato nello 2007, allo scopo di investire 2,1 miliardi di dollari nella costruzione di un impianto siderurgico della capacità di 1,7 milioni di tonnellate per anno (mtpa), inclusa estrazione e pellettizzazione (10 mtpa) e Dei (6 mtpa). La disponibilità del governo però non sembra esserci, a ciò si aggiunga il fatto che secondo la Jindal il governo non avrebbe fornito terreno sufficiente per la realizzazione del progetto.