TAJIKISTAN – Dushanbe. L’Unione Europea ha chiamato il Tajikistan per chiedere di rispettare il diritto di espressione e di concedere quindi il regolare utilizzo di internet nel paese dopo che la scorsa settimana il governo aveva bloccato il famoso social network Facebook.
Il governo tagiko la scorsa settimana aveva deciso di bloccare il social network Facebook considerando i suoi contenuti diffamatori, sorte che aveva interessato anche il sito di condivisione dei video YouTube ed il portale di informazione e comunicazione Radio Free Europe/Radio Liberty affiliate a Radio Ozodi.
Oggi 6 dicembre sulla pagina ufficiale della Delegazione dell’Ue in Tajikistan è apparsa la dichiarazione riportante che seppur alcuni dei siti bloccati risultano di nuovo accessibili, la Delegazione dell’Ue nota con preoccupazione che tali ostruzioni occorrono frequentemente in Tajikistan sollevando il problema inerente la libertà dei media nel paese. Le autorità dello stato centro asiatico negli ultimi anni hanno infatti cercato di controllare e “dare un giro di vite” a quegli ambienti i quali presentavano un estremismo religioso capace di annidiarsi in uno stato a maggioranza islamica il quale ha dovuto assistere alla guerra civile degli anni ’90 tra i gruppi islamici ed i sostenitori del presidente Emomali Rakhmon la cui amministrazione è stata spesso criticata per corruzione e mancanza di democrazia.