Kuwait: giovani monitorati

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KUWAIT – Kuwait City. 19/10/14. In un comunicato del ministero dell’Interno del Kuwait, spiega che le azioni intraprese dalle Autorità negli ultimi giorni rientrano nella strategia di governo per evitare che i giovani cadano nella trappola del terrorismo internazionale.

Vi sarebbe in corso, secondo i media kuwaitiani, una sorta di caccia alle streghe: indagini, raccolta di informazioni e di azione penali e rinvio alle autorità competenti nel quadro di un piano di “riabilitazione”. Il ministero dell’Interno ha detto che il Kuwait, ha adottato misure precauzionali, per la sicurezza e la riabilitazione al fine di prevenire «il verificarsi di giovani che aderiscano a frange terroristiche» ha scritto il ministero in un comunicato. Tutte le agenzie di sicurezza hanno istruzioni di accogliere tutte le segnalazioni di genitori e parenti dei giovani “fuorviante” e “ingannati” a loro è garantita la massima riservatezza. I ragazzi verrano affidati a programmi preventivi e riabilitativa per proteggerli dalle idee estremiste. Nel comunicato inoltre si legge «Queste azioni sono fatte in congiunzione con le operazioni di monitoraggio e di ricerca e di indagine, raccolta di informazioni e di azione penale e di rinvio alle autorità competenti nel quadro di un piano di riabilitazione». Il ministero ha invitato i cittadini a «continuare a collaborare e tempestivamente fornire ogni informazione che ritengono essere utili per la sicurezza», si tratta di «una cooperazione fruttuosa mostrata da alcuni genitori che hanno segnalato i loro figli sedotti da deviazioni terroristiche, genitori leali verso la sicurezza della patria e la sua stabilità». Martedì scorso un giovane kuwaitianoAbu Dujana, Kuwait (16 anni) durante gli scontri con i combattenti curdi nella zona Kobanî. Abu Dujana, era soprannominato “angina Aljhrawi”, è il figlio di un uomo imprigionato in Kuwait per essera un membro della “cella Daash.” Ha riferito il fratello Ibudjana dal suo account di Twitter, «il papà ha distribuito caramelle ai prigionieri, dopo la morte del figlio in Kuwait».