I lobbisti del KRG

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KURDISTAN – Erbil 27/10/2015. Il Krg utilizzerà i lobbisti di Washington per ottenere il sostegno degli Stati Uniti.

Il governo regionale del Kurdistan (Krg) sta “assumendo” lobbisti a Washington per convincere il governo degli Stati Uniti ad inviare loro le armi direttamente invece di farle passare attraverso Baghdad, nel tentativo di accelerare e rafforzare la lotta contro il gruppo Stato Islamico in Iraq, secondo quanto riportato dall’agenzia Kurdpress.
Secondo i dati ufficiali del 2015, il governo regionale ha speso 291mila dollari per tre diverse società di lobbying.

Il Krg ha per mesi messo sotto pressione Baghdad per accelerare l’invio di armi ai Kurdistan iracheno, ma finora, sostengono i combattenti curdi, i progressi sono stati lenti.
Secondo IbTimes, all’inizio del 2015, il senatore Joni Ernst, repubblicano dello Iowa e membro del Comitato dei Forze Armate del Senato, ha tentato di far approvare una legge che avrebbe permesso agli Stati Uniti la spedizione di armi direttamente ai curdi.
«Lo Stato islamico è mortale e determinato, e in Iraq, il nostro partner fondamentale nella lotta contro Isis sono le forze Peshmerga che hanno bisogno di armi dagli Stati Uniti il ​​più rapidamente possibile», ha detto il senatore Ernst a maggio «Non possiamo permetterci di avere ritardi in questo momento critico della lotta».
La politica degli Stati Uniti in Iraq consiste nell’inviare armi direttamente a Baghdad e consentire all’esercito iracheno di distribuirle a diversi gruppi combattenti in tutto il paese. Le tensioni, però, rimangono alte tra il governo centrale e le varie fazioni religiose ed etniche, compresi i curdi e le tribù sunnite. La distribuzione delle armi è stata lenta poiché il governo iracheno lavora per reclutare e addestrare i combattenti prima di armarli, assieme agli Stati Uniti.
Dato questo rapporto di vicinanza nell’addestramento militare, i lobbisti curdi a Washington si trovano di fronte a un compito difficile. Gli Stati Uniti intendono mantenere il rapporto con Baghdad e supervisionare il rafforzamento del governo centrale, soprattutto dopo la caduta del primo ministro Nouri al-Maliki; qualsiasi mossa per bypassare Baghdad allo scopo di aiutare il Krg rischierebbe di deteriorare il rapporto Usa-Iraq.