
La Banca Centrale del Kosovo (CBK) ha deciso di rendere l’euro l’unica moneta per i pagamenti in contanti nel paese. Questa scelta ha colto di sorpresa tutti, a partire dall’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America che sono rimasti molto scettici, mentre la Serbia si è espressa duramente contro, considerato che con questo provvedimento si va a colpire propria la comunità serba nel nord del Kosovo che usa invece il dinaro serbo come moneta di pagamento. Ciò avviene in controtendenza rispetto al periodo attuale di distensione, seppur minima dopo il traguardo raggiunto, e che si attendeva da anni, in merito all’accordo sulla reciprocità delle targhe fra i due Paesi.
All’inizio del 2024 era stato il governo kosovaro in primis ad affermare che l’uso del dinaro serbo in diversi comuni della Repubblica del Kosovo causa danni per milioni di euro al bilancio del paese, poiché le vendite effettuate con questa valuta non vengono dichiarate all’amministrazione fiscale del Kosovo, e perché l’uso del dinaro è considerato illegale e incostituzionale. Nell’articolo 11 della Costituzione del Kosovo si afferma che una moneta unica viene utilizzata come mezzo di pagamento valido nella Repubblica del Kosovo, mentre la legge sulla CBK stabilisce anche che, su richiesta, la Banca Centrale provvederà al cambio delle banconote e delle monete in euro. Il clamore è sorto visto che sono oltre 50 mila i cittadini serbi del Kosovo, compresi i pensionati, che vengono pagati dallo Stato serbo in dinari, mentre lavorano in istituzioni parallele di sanità, istruzione e cultura che operano secondo il sistema serbo.
Nel secondo metà di gennaio è arrivata la svolta, con la decisione improvvisa della Banca centrale che stabilisce l’euro come l’unica moneta per i pagamenti in contanti nel paese. Il nuovo Regolamento entra in vigore, proprio oggi, il 1°febbraio.
La Serbia, dal canto suo, ha subito reagito, con la dura condanna da parte della Banca nazionale della Serbia (NBS) per le misure che impediscono il trasporto e la distribuzione del dinaro in Kosovo chiedendo fermamente che vengano revocate senza ulteriori indugi. Inoltre, il presidente serbo Aleksandar Vucic in un incontro a Davos con la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha chiesto perfino di usare le sue forze per influenzare quanto più possibile perché Pristina non cancelli il dinaro.
Dalla comunità internazionale anche sono giunte le prime risposte a cominciare dagli Stati Uniti che hanno subito richiesto di riconsiderare la decisione delle autorità finanziarie sul contante. Anche l’UE invita ad evitare azioni non coordinate che potrebbero minare la stabilità, infatti questa decisione, come detto, ha suscitato preoccupazione e forte reazione da Belgrado. Il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna Peter Stano ha dichiarato che la decisione di utilizzare solo l’euro in Kosovo dovrebbe essere affrontata nel dialogo.
Il governo del Kosovo, però, è rimasto sul punto ed è si mostra convinto e sicuro di tale provvedimento. Lo dimostra il primo Ministro Albin Kurti che ha dichiarato agli ambasciatori dei paesi QUINT (USA, UK, Italia, Francia, Germania) e al capo dell’Ufficio dell’UE che l’unica valuta consentita per le transazioni in contanti è l’euro, dopo la decisione del Consiglio della CBK di vietare il dinaro serbo, chiedendo ai paesi QUINT di rispettare la decisione.
Con gli ambasciatori dei paesi QUINT che, invece, hanno chiesto al Kosovo di sospendere l’attuazione del regolamento della Banca Centrale che vieta il dinaro per consentire un periodo di transizione sufficiente e una comunicazione pubblica chiara ed efficace e che la questione dovrebbe essere ulteriormente discussa nell’ambito del dialogo guidato dall’UE. Infine, proprio, l’ambasciatore americano Jeff Hovenier ha nuovamente chiesto che venga rinviata la decisione sul non utilizzo del dinaro serbo in Kosovo, all’incontro con il governatore della Banca centrale del Kosovo, Ahmet Ismail.
Paolo Romano