KOSOVO. Passo indietro di Vučić, i serbi rimuovono le barricate

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Belgrado e Pristina dovrebbero aver raggiunto una nuova tregua alle tensioni a nord del Kosovo. Almeno così parrebbe, visto che i cittadini serbo-kosovari hanno accettato di rimuovere gradualmente le barricate erette per protestare contro l’arresto di un ex agente di polizia di etnia serba. L’annuncio era atteso al termine della visita del 28 dicembre del presidente serbo Alekandar Vučić nella località di Raška, lungo il confine con il Kosovo, dove aveva incontrato i rappresentanti delle comunità serbe di Kosovo e Metohija.

Secondo quanto dichiarato da Vučić, comunque, Belgrado ha accettato il compromesso solo dopo aver ottenuto da Unione europea e Stati Uniti di non intendere perseguire nessun cittadino serbo-kosovaro coinvolto nelle proteste. Comunque, lo stesso giorno il Primo ministro kosovaro Albin Kurti ha inviato a Bruxelles un appello in cui chiedeva ai 27 paesi membri di adottare sanzioni contro la Serbia alla luce degli avvenimenti delle ultime settimane. Appello che l’Unione europea non può accettare, dal momento che Pristina si rifiuta di procedere con il riconoscimento della costituzione della Comunità delle municipalità serbe, organismo concordato già nel 2018 proprio nel corso delle sessioni di dialoghi bilaterali mediati dall’Ue.

Il passo avanti di Washington e Bruxelles per un nuovo compromesso sulla situazione a nord del Kosovo è stato anche accelerato dalla nuova presa di posizione della Russia. Il Cremlino, infatti, attraverso il portavoce Dmitrij Peškov, ha liquidato come «del tutto errate» le voci secondo cui Mosca starebbe esercitando una «influenza distruttiva» nell’area per accelerare le tensioni in area balcanica, accusa mossa dal ministro degli Interni del Kosovo Xhelal Svecla. Peškov ha comunque ribadito che la Russia appoggia gli sforzi della Serbia per proteggere i propri connazionali che vivono in territorio kosovaro.

Le tensioni al confine tra Serbia e Kosovo continuano dal 2021. La nuova crisi, innescata dall’arresto di un ex poliziotto serbo, continuava dal 10 dicembre scorso, quando erano stati chiusi i valichi di confine tra i due paesi. Da mesi i rappresentanti delle comunità serbe stanno boicottando le istituzioni kosovare, complicando il mantenimento dell’ordine pubblico nella zona.

Carlo Comensoli

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